Autodromo, Bonara lascia

Subentra Mamé e raccoglie un'eredità impegnativa
Ritratto di Redazione
Mamè con il plastico dell'autodromo

«I privati non hanno mai avuto sconti per vicende di interesse privato, ma solo e unicamente per interventi di interesse pubblico». Mette avanti le mani il sindaco di Castrezzato Gabriella Lupatini, dopo un cambio della guardia nella gestione dell'Autodromo di Franciacorta che, se per modi è super «soft», nei fatti suona come un bel tarlo per le orecchie degli amministratori futuri.
Ieri mattina, del resto, la conferenza stampa del nuovo gestore Andrea Mamè, che ha rilevato il 100% della società Franciacorta International Circuit.
Infatti, davanti a ripetute difficoltà finanziarie il costruttore e proprietario Ettore Bonara ha preferito farsi da parte. «Abbiamo prima lavorato al 50% - spiega Mamé – per poi rilevare io la società di gestione».
Poi ammette: «La situazione finanziaria non era delle più felici. Ho conferito una mia somma personale, ma la mia filosofia è sempre stata quella di lavorare con le banche per cui grazie al gruppo Intesa conto di poter proseguire un cammino iniziato non senza difficoltà. Il riordino dei conti e il rilancio dell'autodromo mi consentirà di capire nel 2017 se sarà il caso di fare il grande salto acquistando l'impianto intero».
Dunque c'è persino una «dead line» oltre la quale, se il mercato non girerà a dovere, l'autodromo porebbe persino chiudere per sempre. Ipotesi vaga? Niente affatto se si considera che dal 2005, anno inuaugrale, ad oggi, l'autodromo avrebbe dovuto essere quasi raddoppiato, mentre l'unica cosa che sta ancora «girando» è l'escavazione del sito al fine di rivendere un bene prezioso come la sabbia.
Se poi si aggiunge che l'unico tra gli ingrandimenti previsti che è riuscito ad arrivare alla fase di realizzazione non è condiviso dalla nuova gestione (l'albergo in costruzione in questi giorni) le nuvole sul futuro di questo impianto arrivano eccome.
La sintesi è che dopo otto anni purtroppo la gestione uscente non è riuscita a fare decollare finanziariamente l'impianto e ora le possibilità sono tre: o si riparte nonostante la crisi o si rimane sui livelli attuali, tuttavia in perdita, trasformando l'impianto in un impianto in tono minore oppure alle peggio si chiude.
Difficile dire quali siano le aree in perdita anche perché per una sorta di «politically correct» Mamé non ha voluto fonire dati in tal senso.
Ma il sindaco di Castrezzato ha voluto mettere le cose in chiaro: «Ringrazio Bonara e ringrazio Mamè per il nuovo progetto – spiega – ma ricordo che l'intera area è soggetta a diritto di superficie. Saranno pure 99 anni di attesa ma chi investi qui deve farlo con doppia attenzione poiché l'intera proprietà tornerà ai castrezzatesi tra un secolo».
Ma questo è il problema minore. Riscattare un diritto di superficie è una cosa da ragazzi e vorrà dire che qualcuno ha finalmente trovato il bandolo della matassa finanziaria, facendo «girare» la finanza dell'impianto. 

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