L’Autodromo racconta Yokohama

Il secolo del colosso giapponese ha un bresciano come partner
Ritratto di mavi

I cento anni del colosso Yokohama sono stati celebrati il 22 marzo all'Autodromo di Franciacorta a Castrezzato. Ieri, anche Yokohama Italia S.p.a., infatti, ha preso parte alla serie di eventi promossi dal gruppo giapponese per il centenario. Un evento bresciano di un'azienda bresciana, visto che la succursale italiana dei «gommisti» del Sol Levante è di Carpenedolo, guidata all'80% dalla famiglia Magri.
La giornata nell'impianto è stata dedicata alla presentazione delle nuove gomme studiate per l'anniversario, «con spunti in termini di sicurezza, minor rumorosità, performance e maggior durata»: queste le parole di Roberto Pizzamiglio, direttore marketing dell'azienda, che fattura 40 milioni di euro.
L'amministratore delegato Riccardo Magri parla di un settore «che tiene ed è in crescita. Oggi abbiamo una quota di mercato in Italia del 3%, e nel settore invernale abbiamo raggiunto il 5%. Ogni anno vendiamo circa 600 mila pneumatici sia per vetture normali che per Suv. In una fase in cui il mondo del web si insinua nelle vendite, spesso con qualità discutibili se non addirittura inaccettabili, l'obbiettivo è tenere, e grazie ai segmenti di qualità fino al 2020 abbiamo prospettive incoraggianti».
Riccardo, insieme al fratello Luigi, è amministratore delegato di Yokohama Italia S.p.a. e di Magri Gomme S.p.a. (40 milioni di fatturato la prima e 30 la seconda, che gestisce invece il marchio Gt Radial). Insieme sono una realtà di riferimento nel settore per la nostra provincia. «Quest'anno – spiega Riccardo – abbiamo integrato la produzione con l'istituzione di un consorzio per lo smaltimento di gomme. Una realtà no profit imposta dallo Stato che ci impone il pareggio tra le gomme importante e distribuite e quelle smaltite, che ritiriamo dai gommisti e consegnamo a un centro di Bagnolo Mella. Il consorzio è Pneulife».
Nella holding di famiglia si affianca a una società di logistica per le merci dell'azienda ma anche conto terzi (la Emmegi Italteam S.p.a.) e a Emmegi Service S.r.l. che si occupa di sicurezza sul lavoro.
In tutto un gruppo da 100 dipendenti, 70 milioni di euro di fatturato (nella gomma) e altri circa cinque con le altre tre società (la terza è la Segema Spa che gestisce coltivazioni di frutta e ortaggi nel Ferrarese).
«Abbiamo cercato di diversificare – spiega Magri, intervenuto con il padre fondatore Angelo, oggi 88enne -. Per questo ci siamo aperti anche a settori come l'agricoltura: non va dimenticato che proprio Yokohama deve molto a questo ambito, avendo ridotto l'impatto ambientale sostituendo l'impiego di oli minerali con oli di agrumi proprio per le gomme».
L'anno d'oro di Yokohama Italia? «Il 2011 senza dubbio – conclude Magri -, con l'avvento delle gomme invernali. Avevamo raggiunto 85 milioni di fatturato. Ma non è tutto oro ciò che luccica: abbiamo avuto un 2013 problematico con un calo del 10%, anche a causa del cambiamento di atteggiamento dei consumatori, che presero l'introduzione delle invernali come un obbligo e non come un'opportunità in termini di sicurezza».

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