L’ITS di Eseb in visita alla Vezzola per conoscere sostenibilità ed economia circolare applicate al recupero dei materiali edili di scarto.

Gli studenti protagonisti di una Masterclass organizzata dai tecnici dell’azienda lonatese durante la visita all’impianto di trattamento rifiuti
Ritratto di Benedetta Mora

Tra le attività che coinvolgono i ragazzi iscritti al corso Its organizzato da Eseb (Ente sistema edilizia Brescia), impegnati nel percorso post-diploma in “Tecnico superiore per l’innovazione e la qualità delle abitazioni”, figura l’approfondimento dell’economia circolare e della sostenibilità con la professoressa Sabrina Sorlini del Dicatam. In tale ambito s’inquadra la visita all’azienda lonatese Vezzola Spa, attiva nel settore estrattivo e in edilizia, che sostiene da tempo la formazione dei futuri operatori e professionisti della filiera edile, condividendo i risultati raggiunti nel campo della ricerca e dello sviluppo, stringendo collaborazioni con le Università e, come in questo caso, ospitando giovani studenti per masterclass e percorsi didattici. Argomenti su cui la Vezzola ha posto l’attenzione da diversi anni. Il corso, che include iniziative fuori aula con visite agli impianti di recupero bresciani, gli ultimi a Lograto al Gruppo Gatti Spa e, appunto, a Lonato, si svolge in collaborazione con gli ingegneri Alan Piemonti e Alessandra Diotti, dottorandi della Facoltà di Ingegneria civile e ambientale dell’Università statale di Brescia. “I 24 apprendisti di alta formazione e ricerca, due dei quali hanno trovato impiego nell’azienda lonatese, – precisa l’architetto Aldo Palladini, direttore della Fondazione Its “I cantieri dell’arte”, che vede Eseb tra i promotori – hanno potuto vedere di persona gli impianti di trattamento, recupero, produzione e fornitura di materiali naturali e da riciclo Vezzola di Lonato, accompagnati dall’ingegner Piemonti, figura altamente preparata del mondo accademico”. La visita degli studenti dell’Its fa seguito a un incontro dell’azienda con il dottorando Piemonti, impegnato in uno studio sul tema del recupero delle scorie d’acciaieria nella provincia di Brescia, del quale la Vezzola ha condiviso i frutti del percorso di ricerca intrapreso. Il riutilizzo di tali scarti all’interno dei conglomerati bituminosi costituisce un chiaro esempio di salvaguardia ambientale dal momento che permette di donare nuova vita a un residuo di fusione che, in caso contrario, sarebbe destinato allo smaltimento in discarica. “A nome mio e di tutti gli studenti – ha spiegato Piemonti – vorrei ringraziare l’ingegner Mattia Mombelli che ha saputo guidare gli studenti durante tutta la visita, illustrando nei minimi dettagli tutte le attività svolte in azienda”.

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