Rizzi scrisse un libro sugli onesti

Il risvolto folk e surreale rivelato dal senatore Sandro Mazzatorta
Ritratto di mavi

Esilarante, eccessivo, surreale. Forse in un romanzo sarebbe sembrato semplicemente un «falso» legato alla debordante fantasia dello scrittore.
Invece è accaduto, con quella parabola rapidamente discendente a cui certe esistenze vanno incontro.
Così ieri, mentre i 5 Stelle protestavano a Milano invitando la Giunta regionale di Roberto Maroni ad andare a casa dopo l’ennesimo scandalo (l’arresto di Fabio Rizzi, consigliere regionale e braccio destro del governatore), scopriamo il Rizzi predicatore e paradossale profeta di se stesso.
Si parla d’altro con Sandro Mazzatorta, sindaco di Chiari fino al 2014, e collega di Senato di Rizzi fino al 2012, quando salta fuori come un flash il ricordo di un libro che lascia a bocca aperta per titolo, contenuto e citazioni.
E’ un inno all’onestà, talmente intenso da avere toni quasi francescani. «Game Over – Il default della politica» recita la copertina dell’opera firmata da Fabio Rizzi con il giornalista calabrese Francesco Maria Provenzano (Luigi Pellegrini Editore).
Sulla copertina un vecchio flipper con i volti di ex politici o politici decaduti. Sembra un libro scritto mille anni fa.
«Ricordo che me lo regalò con tanto di dedica – spiega l’ex senatore clarense, oggi docente universitario all’università di Ferrara -. Non voglio esprimere nessun giudizio su tutto questo, ci penserà la giustizia, certo è che suona davvero un po’ surreale. Ricordo peraltro che Rizzi era infervorato con quel vento ideologico dell’onestà ed era tra quelli che scopavano di più con quelle famose ramazze verdi alla fiera di Bergamo nel 2012, quando si detronizzò all’istante Umberto Bossi dalla guida della Lega Nord.
Bossi divenne troppo presto e troppo facilmente il capro espiatorio ».
«A Sandro con profonda stima» recita le dedica, che si conclude con un dialettale «Mai mulà!» (mai mollare).
Suona infine fragorosa l’apertura del volume, con Rizzi che cita Immanuel Kant: «L’onestà è la migliore politica, è di gran lunga superiore a ogni obiezione, anzi è la combinazione indispensabile della politica».
Nella presentazione dell’opera leggiamo persino di «una politica e verosimilmente destinata a soccombere, se non sarà in grado di riproporsi seria e credibile al paese ed all’elettorato».
Era il 2012: quattro anni dopo per questo predicatore dell’onestà sono scattate le manette.
Come può cambiare questo paese?
«Ribadisco che non intendo riferirmi alla vicenda personale di Rizzi – spiega Mazzatorta -.
Tuttavia troppo spesso i più fracassoni in fatto di onestà hanno finito per tradire certi proclami.
In quattro anni di Senato ne ho viste di cose e se non viene azzerata ed estirpata questa classe politica sarà impossibile pensare a un cambio di rotta».

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