Se il cemento mangia lo smog

Ritratto di Deborah

Nel panorama di Expo dove ogni nazione ha esposto le sue eccellenze in contenitori sia edilizi che in padiglioni di varia natura, firmati o allestiti dai migliori architetti, si è distinta la presenza del padiglione Italia con la prerogativa di essere stabile, destinato quindi, dopo Expo, alla prossima mostra, cui seguiranno le future e quindi destinato alla città. Una fortuna perchè esso, oltre ad aver rappresentato l'Italia, costituirà un caposaldo della ricerca d'avanguardia nel campo architettonico. Esso è già stato concepito anticipando le norme che sono entrate in vigore quest'anno, che riguardano il fabbisogno energetico degli edifici tendente a zero. Un vero salto qualitativo che trasformerà il "fare " architettonico, con nuovi scenari, aperti alla natura, all'ambiente, mediante la realizzazione di edifici in grado di prelevare e produrre energia con l'impiego della più sofisticata tecnologia. L'edificio, che si ispira alla "foresta barbara", ha una pelle costituita da un cemento biodinamico, con vari intrecci che idealmente rappresentano i rami, mentre gli altri quattro volumi massicci posti alla base si prolungano verso il cielo a mo' di alberi. Il tutto giocato su forme curve, scultoree, con ampi spazi vuoti, contornati da scale e ascensori che collegano i sei piani.
L'involucro dell'edificio cattura le particelle dello smog, trasformandole in sali inerti , mentre le pareti esterne catturano il sole ed il prodotto delle pompe di calore , anzichè essere convogliato all'esterno, climatizza gli ambienti interni e le pareti in cemento armato dei locali. Tale involucro è costituito da diecimila metri quadrati ed ogni metro è diverso dagli altri: il tutto costituito da 900 pannelli prefabbricati. Anche la copertura vetrata è costituita da serramenti con raggi curvi, conici e sferici di notevole spessore: essa è come una vela, dal design innovativo e costruita con un vetro fotovoltaico, tagliato in quadrangoli, in modo da rendere l'idea di immagine di foresta vista dall'alto. La piazza interna è coperta da un imbuto in acciaio che raccoglie l'acqua da una scala a forma di conchiglia e la versa in vasche interrate. Il fabbricato incarna quindi un metodo di progettazione che partendo dall'utilità, la trasforma in "bellezza", unendo due concetti che da sempre erano distinti e contrapposti. Qui si fondono, mescolandosi, e danno luogo ad un organismo architettonico che racchiude in sè elementi di natura, di paesaggio con correnti d'aria ascensionali interne che, sfruttando l'effetto camino, si convogliano naturalmente verso la parte alta della copertura.
Edifici di questo genere dimostrano che, d'ora in avanti, non si parlerà più di "cementificazione", ma di come gli edifici saranno assemblati con le varie componenti tecnologiche in grado di renderli belli perchè utili ed attivi rispetto alla natura ed all'ambiente: non conterà più tanto che si costruisca, ma come ed in modo, così da trasformare il territorio senza deturparlo, ma conferendogli la bellezza e la funzionalità dei nuovi fabbricati.

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