“Torna a Surriento” musica per casa nostra

In pochi sanno a distanza di oltre un secolo che la canzone venne dedicata e adatattata per Giuseppe Zanardelli
Ritratto di Redazione

«Vide 'o mare quant’è bello, spira tanto sentimento…», così inizia una delle più celebri canzoni della tradizione napoletana e una delle più conosciute nel mondo, almeno nella sua versione ufficiale che venne cantata durante il festival di Piedigrotta del 1905.
Versione ufficiale già, perché quanto venne eseguita per la prima volta di fronte ad un pubblico, seppur ristretto, il testo di “Torna a Surriento” era diverso da quello eseguito a Piedigrotta.
La prima esecuzione ufficiale avvenne infatti il 15 settembre del 1902 e venne dedicata a Giuseppe Zanardelli che, nella veste di Presidente del Consiglio dei Ministri, aveva iniziato il suo viaggio nel Sud Italia che lo avrebbe portato in Campania e poi in Lucania, come veniva chiamata la Basilicata allora, per conoscere di persona la triste condizione della popolazione di quelle regioni.
Un viaggio che era stato di fatto deciso oltre un anno prima, il 7 marzo del 1901 quando presentando al parlamento il programma del suo governo, Giuseppe Zanardelli si assunse l’impegno di un intervento a favore delle regioni meridionali, che secondo varie relazioni versavano in condizioni di grave arretratezza.
Durò poco il governo Zanardelli, visto che il Primo Ministro bresciano si dimise il 21 ottobre del 1903 già fiaccato dalla malattia, ma approvò importanti provvedimenti come la nuova e più organica normativa per la protezione del lavoro femminile e minorile, due leggi che finanziano il risanamento e lo sviluppo economico di Napoli e pose le basi per la futura legge per la Basilicata, che rappresentano uno dei primi esempi di intervento straordinario dello stato nel Sud del paese.
Il viaggio di Zanardelli nel Mezzogiorno durò due settimane, tra il 14 e il 30 settembre del 1902, pieno di disagi e difficoltà negli spostamenti, a volte con carri trainati da buoi e mezzi di fortuna, soprattutto per un uomo di 76 anni, ma gli permise di vedere con i propri occhi la situazione di grave povertà in cui viveva il popolo lucano.
Da qui nacque l’idea di interventi radicali in quelle regioni, Zanardelli pensò ad alcuni provvedimenti speciali che avrebbero risollevato l’agricoltura della regione, difeso ed arricchito il patrimonio boschivo, pensò alla modifica del sistema fiscale tributario, diede agevolazioni ed esenzioni per combattere l’analfabetismo e per creare opere pubbliche. Queste idee ed il resoconto del suo viaggio furono la base e la spinta decisiva per la Legge speciale per la Basilicata, licenziata dal Senato il 31 marzo del 1904.
La prima tappa di quel viaggio fu a Sorrento dove arrivò il 14 settembre e dove, quale ospite del Grand Hotel di proprietà del sindaco della città Guglielmo Tramontano, a Zanardelli fu dedicata la canzone cantata da una giovane del conservatorio, Maria Campiello. Era la sera del 15 settembre 1902.
Una canzone che lo colpì molto, tanto da chiederne la ripetizione la sera stessa e che venisse ripetuta alla sua partenza per proseguire il viaggio.
Erroneamente si disse che “Torna a Surriento” fosse stata scritta per quell’occasione, su richiesta di Tramontano, per impressionare l’ospite ed ottenere favori. Circostanza smentita nelle cronache dell’epoca, anche perché il testo della canzone risale al 1894, quando venne depositato dai fratelli Ernesto e Giambattista De Curtis, a cui Tramontano aveva chiesto di comporre una canzone in onore dell’ospite, ma non venne mai eseguito in pubblico.
Alla canzone scritta nel 1894 e dedicata probabilmente ad una ragazza, i due artisti aggiunsero due quartine e, rispetto al testo conosciuto oggi, un finale diverso: “...fance scialà” fu il finale ascoltato da Zanardelli, sostituito nella versione attuale da “...famme campà”.

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