Dalla Svizzera una nuova tecnologia per controllare i valori del sangue

Tra i ricercatori del team il bresciano Andrea Sterzi
Ritratto di mavi

Sembrerebbe l’uovo di Colombo, in realtà dovrebbe già esistere ed essere ben collaudato un sistema che permetta di controllare i nostri parametri vitali in continuo. Purtroppo però non è ancora così ed allora ben venga quanto sta facendo la startup svizzera Spiden, dove lavora il ricercatore bresciano Andrea Sterzi. 
La Spiden è al lavoro per sviluppare nuovi strumenti che siano in grado di monitorare tramite tecniche di spettroscopia i valori e la concentrazione di sostanze come zuccheri o antibiotici presenti nei fluidi corporei, tra cui il sangue o il plasma. Grazie a questa tecnologia sarà possibile fornire direttamente diversi valori che oggi sono accessibili solo tramite comuni analisi del sangue da laboratorio. A capo di questa ricerca c’è lo spectroscopic engineer bresciano Andrea Sterzi. Laureato in fisica alla Cattolica di Brescia nel 2012, Sterzi ha conseguito un dottorato di ricerca al Sincrotrone (il centro di ricerca Elettra di Trieste) e un post-doc all’EMPA, il centro di ricerca federale svizzero per la scienza dei materiali e tecnologia. Con lui all’interno del gruppo di lavoro della Spiden ci sono una quarantina di esperti da 10 nazioni del
mondo, impegnati nei settori della fisica, della chimica, dell’ingegneria elettronica e della fluidica.
Quella che stanno studiando è una tecnologia che si fonda sull’intelligenza artificiale: il progetto prevede la realizzazione di uno strumento che sia in grado di leggere e valutare i dati raccolti dal sensore. Per questo alla Spiden è attivo anche un team di ingegneri che lavora ad hardware e sensistica, che si basano su microchip innovativi che combinano velocità e sensitività. La ricerca assume ancor più valore tenendo conto del periodo difficile da cui piano piano stiamo uscendo, quello della pandemia di Covid, che ha fatto comprendere a tutti l’importanza di studiare nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita e le prestazioni erogate. I tanti mesi passati nell’emergenza hanno dimostrato come sia necessario ottimizzare sia gli iter per accedere agli ospedali e alle cure che fornire nuovi strumenti per monitorare la propria salute ed intervenire tempestivamente in caso di bisogno.  
Sterzi con i colleghi della Spiden sta lavorando per «creare una tecnologia capace di fornire in tempo reale indicatori e marcatori, oggi accessibili solo tramite le comuni analisi del sangue realizzate in laboratorio, come zuccheri, urea e lattosio». Attualmente gli esiti dell’emocromo sono disponibili solo dopo qualche giorno di attesa. Ricevere i risultati in tempo reale permetterebbe la gestione più efficace delle terapie per il diabete o la dialisi, ma anche la possibilità di diagnosticare molto più rapidamente le patologie, migliorando anche la tempestività delle cure.

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