Il sodalizio di Travagliato compie 60 anni

I ricordi dei suoi “donatori di vita” raccolti nel libro di Gianni Quaresmini
Ritratto di mavi

La Sezione dell’Avis di Travagliato a fine settembre ha festeggiato il 60° anniversario della fondazione. La manifestazione, in programma il 25 settembre scorso, ha previsto la celebrazione, da parte del parroco don Tino Decca, della Santa Messa in suffragio agli avisini defunti nella parrocchiale alla quale ha fatto seguito la presentazione del volume curato dal prof. Giovanni Quaresmini “Donatori di vita. 1961-2021. L’Avis di Travagliato compie 60 anni” e, quindi, la premiazione degli avisini benemeriti, dopo l’intervento del presidente Silvano Naoni. 
Di rilievo la pubblicazione del prof. Quaresmini che, tra brevi richiami storici e di cronaca, ripercorre le tappe più importanti che hanno caratterizzato la vita della sezione Avis di Travagliato dalla fondazione (avvenuta il 26 gennaio 1961) ai giorni nostri. Si tratta di una pubblicazione allo stesso tempo poderosa per la mole del lavoro ed agile per il ritmo compositivo pulsante tra la parte scritta e fotografica, ricca di oltre duecento fotografie. 
Vengono, inoltre, riportati i nomi degli attuali 296 iscritti, oltre ai premiati nel corso dei diversi anniversari. Il libro, dopo aver delineato con brevi cenni la situazione socio-economica del paese agli inizi degli anni Sessanta e di alcuni accadimenti che hanno favorito la consapevolezza della necessità della costituzione della nuova associazione, ne riporta l’atto costitutivo e i primi organi associativi. In particolare, viene tracciata la biografia di tutti i componenti il primo consiglio direttivo, presieduto dal compianto cav. Marino Parzani, eroe della generosità, (ex deportato nei campi di concentramento in Germania per il quale il prof. Giovanni Quaresmini aveva curato negli anni Ottanta il diario di prigionia “Una corsa senza confini” e “Lo zaino dei sentimenti”) che ricoprirà la carica di presidente per 25 anni, fino a quando le condizioni di salute glielo permetteranno. 


Un ricordo particolare riguarda il dr. Mario Ventura, direttore sanitario dal 1964 al 1987, anno della sua morte. Di seguito, si prosegue con la cronaca degli avvenimenti più significativi fino ai giorni nostri tra cui le trasferte al sanatorio di Sondalo per le donazioni di sangue a favore dei ricoverati, la benedizione di una stele dedicata agli avisini defunti collocata nella chiesetta del cimitero, l’organizzazione di conferenze di educazione sanitaria e di iniziative legate allo sport inteso come promozione alla salute, l’inaugurazione del monumento dedicato all’Avis posto nel giardino dell’ex ospedale vantiniano, le periodiche premiazioni degli avisini benemeriti e alcune iniziative di solidarietà tra cui quella relativa alla fondazione dell’Aido (Associazione Italiana Donatori di Organi), per citare gli avvenimenti più importanti. 
Inoltre, alcune pagine sono dedicate alla fondazione della Croce Azzurra avvenuta nel 1989 per iniziativa di Mina Ossoli. Sia per l’Avis che per l’Aido e la Croce Azzurra si riportano gli atti costitutivi. Nel libro compare anche un capitolo dedicato alle testimonianze dei diversi presidenti e direttori sanitari che si sono succeduti negli anni tenendo viva la fiamma della solidarietà, mentre alcune interviste costituiscono una preziosa testimonianza riconducendo al clima di fraternità che ha caratterizzato i diversi periodi dell’associazione. 
I testi sono arricchiti con interessanti materiali fotografici attinenti diversi periodi che, con i testi, forniscono l’immagine di una società pulsante di vita e di solidarietà. In sintesi: la storia di una associazione che vive e interagisce con la sua comunità in termini solidali che tanto sarebbe piaciuta a don Antonio Fappani. Il libro ha il patrocinio sia del Comune che della parrocchia, oltre che della Fondazione Civiltà bresciana ed Associazione Amici Fondazione Civiltà Bresciana.

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