"Heysel, il biglietto che mi ha salvato la vita"

L'ex sindaco Treccani si salvò grazie a un amico
Ritratto di Redazione

C'è anche tanta, troppa Brescia, purtroppo, nei ricordi che affollano la giornata di oggi, mesto trentesimo anniversario della strage dell'Heysel, lo stadio belga che il 29 maggio 1985 si trasformò in una bara per 39 tifosi, 32 dei quali italiani. Uno dei quali bresciano, Domenico Ragazzi, 43enne di Ludriano, ricordato all'indomani della partita Juventus Napoli, quando il suo nome è comparso in curva per un omaggio alla memoria dei tifosi del settore Z.
E tra i bresciani c'è anche quello che sarebbe diventato a breve e per più mandati il sindaco di Castrezzato. Anche Pierluigi Treccani, oggi bancario in pensione, era tra chi, in extremis, era partito senza biglietto per Bruxelles dove si sarebbe giocata la finale di Coppa dei Campioni tra Juve e Liverpool.
«Ricordo quella strage – dice Treccani – per rendere memoria anche a un amico che era con me quella sera. Si chiamava Battista Piantoni, 'Stongiol' per gli amici».
Stongiol non è più con Treccani a ricordare quei giorni, essendo scomparso tempo fa, ma paradossalmente è proprio grazie a lui se Treccani gli è sopravvissuto.
Lo assicura lo stesso ex sindaco che in Belgio si trovava come tanti tifosi non ultras che erano andati più per partecipare a una festa. «E i posti liberi erano quasi tutti quelli del settore Z – spiega Treccani – ormai gli ultimi rimasti e in mano solo ai bagarini».
Questo settore, per nulla belligerante (al punto che la stessa polizia ipotizzò che se vi fossero stati gli ultras l'urto degli hooligan sarebbe stato contenuto), era fatto di «agnelli» del tifo, famiglie, ultimi arrivati, curiosi.
Ma Treccani fu assistito dalla fortuna: «Il 28 maggio, il giorno prima della partita, sulla Grande Place abbiamo trovato un bagarino che aveva anche quattro biglietti di tribuna U riservata ai tifosi del Liverpool e una decina di biglietti di curva Z - quella dove si è consumata la strage dei 39 italiani 'Cumprom quai?' disse Battista che parlava sempre in dialetto. 'Decid te' gli ho risposto. Quel giorno Battista mi ha salvato la vita».
La scelta di Battista finì infatti sul settore U e quel biglietto consentì a Treccani di salvarsi, diventare sindaco e andare in pensione.
Così alla vigilia di quel 29 maggio ha postato anche sul suo profilo Facebook proprio quel pezzettino di carta costato 1200 franchi (oggi circa 150 euro), ma dal valore inestimabile. NELLA FOTO IN BASSO IL BIGLIETTO ACQUISTATO DA TRECCANI

 

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