Sant’Angela e le sue figlie

Un volume di Facchetti ricostruisce
Ritratto di mavi

Il 27 gennaio è stata celebrata la festa liturgica di sant'Angela Merici (21 marzo 1454 – 27 gennaio 1540), fondatrice della Compagnia di sant'Orsola, che venne dichiarata santa proprio duecentodieci anni fa da papa Pio VII, con il quale il nostro prevosto Stefano Antonio Morcelli ebbe rapporti di stima e di amicizia profonde.
La ricorrenza è stata vissuta venerdì 27 gennaio in un'ora di spiritualità dalle 16,30 alle 17,30 con la guida di Radio Maria. Il giorno successivo ha avuto termine un lungo percorso di ricerca storica che ha portato alla luce importanti e interessanti documenti d'archivio che testimoniano la presenza della Compagnia di sant'Orsola nella nostra città. Nell'estate di alcuni anni fa Mino Facchetti ci raccontava che PierCarlo Morandi, un ricercatore storico bresciano, aveva rinvenuto presso alcuni archivi veneziani non pochi documenti relativi alle Dimesse di Chiari prima della soppressione napoleonica.
L'archivio della Compagnia di sant'Orsola clarense, qui nella nostra casa di via cardinal Gabriele Rangoni, è per altro ridotto a poca cosa: una dozzina di registri, qualche decina di fotografie, alcuni opuscoli di musica sacra e di operette teatrali, retaggio del glorioso Oratorio del Sacro Cuore, popolarmente chiamato “di campagna”.
Conosciamo la storia delle Figlie di sant'Angela in terra clarense per averla letta sui testi di don Luigi Rivetti, di don Luigi Moletta e, recentemente, nelle poderose e rigorose opere di don Mario Trebeschi. L'abbiamo apprezzata nella pubblicazione seriale curata dallo stesso Mino Facchetti nel 1990 su “L'Angelo”, il notiziario della parrocchia di Chiari, e durante un convegno da noi organizzato alcuni anni fa nella chiesa di sant'Orsola.
Non possiamo quindi celare lo stupore che ci ha generato la vista di quelle carte che raccontavano, descrivevano e testimoniavano la presenza nella parrocchia dei santi martiri Faustino e Giovita di un gruppo, talora davvero numeroso, di donne che avevano seguito il messaggio e l'invito di Angela Merici a vivere la propria vocazione religiosa e il proprio servizio pastorale “nel secolo”.
E non possiamo comunque nascondere di aver avuto timore e ritrosia a mettere sotto i riflettori la storia di una comunità di donne che per decenni aveva servito Dio e il proprio popolo nel silenzio e nell'umiltà. Alla fine ha però prevalso la convinzione che pubblicando “quelle carte” avremmo reso ancora un servizio alla comunità clarense: il servizio del sapere, del conoscere e del riconoscere, del far memoria come atto di gratitudine e di assunzione di un impegno.
Abbiamo seguito passo passo il lavoro certosino di PierCarlo Morandi che ha saputo riportare alla luce importanti quanto sconosciuti documenti dagli archivi storici di Venezia e di Brescia e li ha sapientemente illustrati e contestualizzati. Ci siamo lasciate volentieri coinvolgere dal lavoro appassionato di Mino Facchetti che ha voluto e saputo incastonare quei documenti nella storia della “sua” Chiari e ha rivissuto la quotidianità del “Conservatorio di via Portafuori” con attenzione, competenza e delicatezza.
Nutriamo la speranza di avere così reso ancora un servizio alla nostra città, non solo aggiungendo un contributo importante alla storiografia locale, ma soprattutto facendo memoria di centinaia di donne, come noi Figlie di sant'Angela, che vissero la loro vocazione religiosa in Chiari tra Seicento e Ottocento per “l'onore di Dio e il bene della Comunità”.
Il libro, intitolato Avvedute e accoglienti. La Compagnia delle Dimesse a Chiari tra Seicento e Ottocento. Antologia di testi, scritto a quattro mani da Mino Facchetti e PierCarlo Morandi, illustrato da Marco Facchetti e curato da Andrea Facchetti,  è edito dalla Editrice Clarense ed è stato presentato alla comunità di Chiari il 28 gennaio nella basilica di santa Maria Maggiore da Tino Bino, docente universitario alla Cattolica ed editorialista del Corriere della Sera, e da Claudio Baroni, già vice direttore del Giornale di Brescia.

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