Sanità, Iseo rischia la maternità

Cittadini infuriati con la Regione: raccolta firme
Ritratto di roberto parolari

Nei Comuni del lago d’Iseo si stanno raccogliendo le firme contro la chiusura del reparto di maternità dell’Ospedale cittadino. Sarebbe una vera disdetta, anche perché quello di Iseo è l’unico reparto presente nell’area e serve un bacino di utenza di almeno 60mila cittadini tra sebino bresciano e bergamasco, non contando la zona della Franciacorta. Il reparto era stato chiuso con l’esplosione della pandemia di Covid 19 e non è stato più riaperto. A motivare la chiusura il numero di bambini nati registrati nel 2019, inferiore ai 500 richiesti da un Decreto ministeriale del 2015. Il ritardo nella riapertura aveva fatto nascere le prime preoccupazioni ad Iseo, tanto che era nato il Comitato Pro Ospedale che sta dando vita alla raccolta firme per salvare il reparto maternità. Al Comitato si sono presto affiancati anche gli enti locali: il sindaco di Iseo Marco Ghitti, dopo aver incontrato lo scorso 11 agosto tra il direttore generale dell’Asst Franciacorta Mauro Borelli, ha chiamato a raccolta gli altri primi cittadini del Sebino per unirsi nella richiesta di riaprire il reparto di maternità dell’Ospedale. Il direttore Borelli, pur assicurando che il nosocomio iseano è e resterà un presidio centrale per malati acuti, aveva confermato la chiusura della maternità ad Iseo e sottolineato che tale decisione non dipendeva solamente da Asst Franciacorta, ma da disposizioni di organi superiori.
Il modulo per la raccolta firme per contestare il Pirellone, che ha deciso di chiudere l’ennesimo servizio sanitario nella nostra Regione, è presente ora in tanti Comuni sebini. Che sia una decisione insensata e che non tiene conto delle esigenze dei cittadini è evidente. Quanti sono i bambini nati ad iseo? Una valanga. Quanti bambini dovranno correre più veloci, per modo di dire, con le loro mamme verso altri ospedali aumentando i rischi per la salute di entrambi perché verrà chiuso questo reparto? Una valanga. Per questo è nata questa raccolta firme. Noi vi chiediamo di firmare e far sentire la vostra voce. I cittadini in questo momento contano più dei politici. I politici rispecchiano i propri cittadini e non è vero che la politica è assolutamente superiore in cattivi comportamenti rispetto ai cittadini. Purtroppo i cittadini, pur rompendosi le scatole per molte cose, in molti casi se ne lavano le mani. Quindi serve essere parte di questo sistema di democrazia attiva ed alzare la voce. Pensare che, mentre si parla di rifondare la Sanità dopo la crisi sanitaria che abbiamo vissuto, stiano chiudendo la maternità del Mellino Mellini, l’azienda Ospedaliera di Chiari, che ha questi presidi ospedalieri sul territorio è una cosa inaccettabile, è un attentato alla salute. Dimentichiamo i numeri, la Salute pubblica non può guardare a numeri e bilanci. Abbiamo già quasi la meta della Sanità lombarda in stile americano, affidata a privati. I privati però non possono fare quello che fa la Sanità pubblica, non possono lavorare in perdita, e vedono malati cronici ed anziani come un peso. Quindi scordatevi che ragionino per filantropia. La Sanità pubblica ha preso la pessima strada ed abitudine di ragionare, a Milano e al Pirellone, come la Sanità privata. Quindi diamo una firma a questa petizione e insegniamo a chi sta a Milano che il suo lauto stipendio non lo paghiamo per farci portar via la salute. 
E, infine, diciamo basta alle ipocrisie e ai veli nei servizi per la salute e torniamo a chiamare le cose con il loro nome: deve esserci un reparto di maternità ad Iseo e non ha senso chiamarlo punto nascite. Qui nascono bambini, non polli d’allevamento in batteria.

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