Addio ad Andrea Mamé

Appeso a un filo il futuro dell'Autodromo dopo la tragedia di Le Castellet
Ritratto di Redazione

«I privati non hanno mai avuto sconti per vicende di interesse privato, ma solo e unicamente per interventi di interesse pubblico». Mette avanti le mani il sindaco di Castrezzato Gabriella Lupatini, dopo un cambio della guardia nella gestione dell'Autodromo di Franciacorta che, se per modi è super «soft», nei fatti suona come un bel tarlo per le orecchie degli amministratori futuri. Ieri mattina, del resto, la conferenza stampa del nuovo gestore Andrea Mamè, che ha rilevato il 100% della società Franciacorta International Circuit.Ma qua ci fermiamo. Doveva procedere con tante precisazioni questo articolo e invece, invece, la tragedia avvenuta a Le Castellet ferma qui il pezzo in uscita sul nostro giornale, poiché per un'autentica maledizione l'autodromo ha perso di fresco il suo nuovo «papà», ossia il povero Andrea che ho avuto modo di conoscere personalmente e che non mancò di rimarcarmi la pericolosità della sua passione di pilota. Il 30 giugno, durante una gara con la sua Lamborghini, Andrea ha perso la vita a soli 41 anni, per le gravi lesioni riportate durante l'incidente.E' immensa la commozione nell'assistere a un gioco spiegato del destinto che ha portato via non soltanto il nuovo patron dell'Autodromo ma un giovane imprenditore pieno di iniziativa e forti sicurezze. Lascia infatti la Mamé Forge, azienda di forgiatura dell'acciaio con sede a Cividate Camuno. Un colosso che ora deve riorganizzarsi per questa immane tragedia. Da tutte le parti si sono levate testimonianze di cordoglio per Andrea a cui si aggiunge il saluto della nostra redazione.Riprendendo i fili della nuova gestione che aveva iniziato solo pochie mesi fa rilevando l'intero pacchetto di Ettore Bonara (non la proprietà), Mamé aveva avuto modo di evidenziare le ripetute difficoltà finanziarie a cui era già andato incontro lo stesso costruttore e proprietario dell'autodromo Ettore Bonara cje ha preferito farsi da parte. «Abbiamo prima lavorato al 50% - spiegava Mamé – per poi rilevare io la società di gestione».
Poi ammise: «La situazione finanziaria non era delle più felici. Ho conferito una mia somma personale, ma la mia filosofia è sempre stata quella di lavorare con le banche per cui grazie al gruppo Intesa conto di poter proseguire un cammino iniziato non senza difficoltà. Il riordino dei conti e il rilancio dell'autodromo mi consentirà di capire nel 2017 se sarà il caso di fare il grande salto acquistando l'impianto intero».Dunque c'era persino una «dead line» oltre la quale, se il mercato non girerà a dovere, l'autodromo porebbe persino chiudere per sempre. Ipotesi vaga? Niente affatto se si considera che dal 2005, anno inuaugrale, ad oggi, l'autodromo avrebbe dovuto essere quasi raddoppiato, mentre l'unica cosa che sta ancora «girando» è l'escavazione del sito al fine di rivendere un bene prezioso come la sabbia.
Se poi si aggiunge che l'unico tra gli ingrandimenti previsti che è riuscito ad arrivare alla fase di realizzazione non è condiviso dalla nuova gestione (l'albergo in costruzione in questi giorni) le nuvole sul futuro di questo impianto arrivano eccome.
La sintesi è che dopo otto anni purtroppo la gestione uscente non è riuscita a fare decollare finanziariamente l'impianto e ora le possibilità sono tre: o si riparte nonostante la crisi o si rimane sui livelli attuali, tuttavia in perdita, trasformando l'impianto in un impianto in tono minore oppure alle peggio si chiude.
Difficile dire quali siano le aree in perdita anche perché per una sorta di «politically correct» Mamé non aveva voluto fonire dati in tal senso.
Ma il sindaco di Castrezzato ha voluto mettere le cose in chiaro: «Ringrazio Bonara e ringrazio Mamè per il nuovo progetto – spiega – ma ricordo che l'intera area è soggetta a diritto di superficie. Saranno pure 99 anni di attesa ma chi investi qui deve farlo con doppia attenzione poiché l'intera proprietà tornerà ai castrezzatesi tra un secolo».
Ma questo è il problema minore. Riscattare un diritto di superficie è una cosa da ragazzi e vorrà dire che qualcuno ha finalmente trovato il bandolo della matassa finanziaria, facendo «girare» la finanza dell'impianto.
Ora però dal sindaco arriva il rammarico di non aver nemmeno conosciuto di persona il povero Mamé e la speranza è quella di poter rivedere il suo testimone raccolto da Bonara, quantomeno per riconsegnarlo o alla stessa azienda di Mamé mediante altri gestori o di riprendere in mano in toto la gestione.

 

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