Amazon, vai a fidarti delle Poste!

Dipendenti pubblici sempre peggio
Ritratto di mavi

L’e-commerce è un fenomeno in continua espansione e altro non è che il commercio e la vendita di beni o servizi che viene effettuata attraverso Internet.
L’acquisto di prodotti attraverso piattaforme internet per parecchio tempo è stato visto in maniera sospetta, con la paura di cadere in qualche truffa, ma l’aumento delle tutele nei confronti dai consumatori ne ha cambiato la visione, tanto che oggi sono tantissimi coloro che acquistano dai colossi come Amazon, Alibaba o Ebay.
Le tutele sono aumentate, ma rimane comunque il rischio che qualcosa nella trafila non funzioni al meglio.
Il caso accaduto a Brescia, più precisamente nel Centro Primario di spedizione di via Dalmazia, rappresenta proprio l’esempio di come il vero problema sia però da ascrivere soprattutto alla probità di chi svolge determinate mansioni.
Cosa è accaduto?
Semplicemente che i clienti, tutti bresciani, che attendevano i prodotti acquistati attraverso alcune piattaforme di e-commerce, la maggior parte da Amazon, non si sono visti recapitare quanto ordinato.
Le continue denunce dei clienti insoddisfatti hanno spinto la “Tutela Aziendale” di Poste Italiane a contattare la Polizia postale, facendo partire un’indagine nel Centro di spedizione per capire quanto stava accadendo.
Le indagini sono durate un mese, con gli agenti che hanno previsto appostamenti anche nelle ore serali e hanno portato i frutti sperati.
Durante uno degli appostamenti notturni è stata colta in flagrante V. F., dipendente postale di 57 anni, proprio mentre stava nascondendo 15 pacchi di Amazon, evidentemente prelevati appena prima dalle linee di smistamento della corrispondenza, nel suo armadietto.
La Polizia postale ha così deciso di passare al setaccio anche l’abitazione della donna: la perquisizione casalinga ha portato al rinvenimento di centinaia di oggetti, molti spediti da Amazon e provenienti soprattutto dalla Cina.
La 57enne ha ammesso di aver sottratto alcuni degli oggetti ritrovati al circuito postale, ma non ha spiegato la provenienza di altri prodotti che aveva in casa.
Tutto il materiale trovato dagli agenti è stato posto sotto sequestro.
Ora la donna si trova in carcere a Verziano: è stata arrestata con l’accusa di peculato e, dopo il processo per direttissima, è stata sospesa dal servizio senza retribuzione.
Poste Italiane ha comunicato di aver presentato una formale denuncia alle autorità competenti dopo che erano state riscontrate anomalie nell’attività della dipendente, da qui le indagini che hanno mostrato le sue responsabilità.

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