In biblioteca la mostra "What were you wearing? Com'eri vestita?"

Progetto contro gli stereotipi sulle vittime di stupro
Ritratto di roberto parolari

La biblioteca comunale Emily Dickinson di via Guglielmo Marconi ospita fino al prossimo 24 novembre la mostra "What were you wearing? Com'eri vestita?" curata dalle associazioni LiberiLibri, Casa delle Donne e il Cerchio degli Uomini in collaborazione con il Comune di Castrezzato. Si tratta di una mostra-installazione itinerante che vuole lanciare un messaggio chiaro contro gli stereotipi che colpevolizzano le vittime di stupri. La mostra racconta la storia di 15 donne vittime di violenza ed espone su cavalletti i vestiti che indossavano al momento dell'aggressione per sradicare il luogo comune che fa dell'abbigliamento provocante la causa dello stupro.
Il progetto nasce da una poesia intitolata What I was wearing (Com'eri vestita) e composta dalla dottoressa Mary Simmerling: come tutte le poesie, nasce dal bisogno di raccontare. Troppe donne, infatti, dopo un abuso si sono sentite chiedere la stessa domanda: Com'eri vestita?, come se ciò che una donna indossa potesse avere parte nella genesi o nella giustificazione di un atto di violenza. Uno stereotipo, questo, radicato nella nostra e in altre culture, che ancora oggi ha bisogno di essere decostruito. Il 24 maggio 2013, il dottor Wyandt-Hiebert e la professoressa Jennifer Brockman durante una conferenza all'Arkansas Coalition Against Sexual Assault, a Little Rock, in Arkansas, ebbero modo di conoscere la poesi di Mary Simmerling e, profondamente commossi dal poema, iniziarono a riflettere su come crearne una rappresentazione visiva. Durante l'anno alcuni studenti dell'Università dell'Arkansas che avevano subito violenze fornirono volontariamente brevi descrizioni di ciò che indossavano al momento della violenza attraverso interviste personali con il dottor Wyandt-Hiebert e la professoressa Jennifer Brockman.
Questi racconti sono stati utilizzati per realizzare le didascalie dell'installazione e per poter realizzare una ricostruzione degli abiti. La diffusione dell'installazione è stata rapida e ha interessato molte università e college statunitensi, e successivamente altri sopravvissuti hanno contribuito fornendo le loro testimonianze. Nel 2017 l'Associazione Liberi Libri di Rovato ha contattato i creatori e curatori dell'installazione per poterla riprodurre in Italia e grazie alla collaborazione di Casa delle Donne - Centro antiviolenza di Brescia ha arricchito l'esposizione con testimonianze locali, per mantenere il legame territoriale che hacaratterizzato l'installazione sin dalla sua creazione. Oggi l'installazione si compone di storie, rigorosamente anonime, provenienti da luoghi geografici e contesti socio-culturali del tutto diversi.
Inaugurata sabato 11 novembre, la mostra-installazione è visitabile fino al 24 novembre presso la biblioteca Emily Dickinson nelle giornate di martedì e giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18,30, mercoledì e venerdì dalle 14.30 alle 18.30 e sabato dalle 9 alle 12.

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