Vedrai, ti porterò lontano... di Mariolina Cadeddu

Un tenero racconto sulla storia della materna Rovato Centro
Ritratto di roberto parolari

«Ci sono storie che sembrano sempre le stesse. 
Si nasce, si vive e si muore. Cercare di dare un significato al perché si vive e al perché si muore è una impresa vana, giacché i significati del nostro vivere sono tanti, come tante sono le stelle nel cielo. 
Qui si parla di paradisi perduti, di inganni, di vino e di bambini che devono crescere.
Si parla di sogni, di cavalli, libri che vengono scritti e libri che vengono letti. 
E poi si parla di povertà e di fatica. 
Ci sono storie che sembrano sempre le stesse, ma ogni storia è diversa.
Ognuno la vuole raccontare alla sua maniera. 
Così, anch’io». 
Mariolina Cadeddu è nata in Sardegna, vive a Rovato dal 1964 senza aver mai dimenticato la sua terra, amando questo paese che l'ha accolta. 
Ha lavorato presso la Scuola Materna Rovato Centro scrivendone la vera storia, tratta dai documenti e dai verbali. 
In questo racconto ha solo mischiato un po' le carte, certa che Domenico Agnesi e suo fratello Giuseppe, benefattori dell’Asilo, abbiano capito la sua intenzione di valorizzare un aspetto educativo infantile che, nato alla fine dell'800, ha spronato tanti a continuare lungo questo percorso. 
Ha collaborato alla costituzione dell’associazione Auser, Università della Liberetà, a Rovato, nel maggio del 2005, e ne è stata la prima presidente. 
Ha raccolto storie e testimonianze nel volume Rovato si racconta, sollecitando tante persone a narrare di sé. 
Ha scritto, in Via Carlo Felice n° 5, la storia della sua famiglia dedicandola a sua madre. 
Nel 2022 ha pubblicato il romanzo Giulia, ambientato in Sardegna. 
Scrive da sempre, per necessità, per tentare di capire, per solitudine.

Ecco alcune note da Vedrai, ti porterò lontano
Rovato, 26 dicembre 2022 
“Mia madre mi raccontava che quando sono nata, alle quattro del mattino, c’era un vento dispettoso.
La levatrice, entrando in casa tutta scarmigliata e senza fazzoletto, disse che il vento voleva portare via anche lei. 
Ho sempre amato il vento della Sardegna, la mia terra, e mi manca. 
Ho sempre pensato che mi avesse portato il vento. 
E ho sempre pensato che amasse raccontare storie ai bambini, agli alberi e agli uccelli. 
Ho appena finito di narrare anch'io una storia quasi vera. 
Tutti i fatti di cui parlo in questo libro sono realmente accaduti. 
Laura e Giuseppe erano i nonni di mio marito e persero la loro cascina a causa di una firma richiesta da un amico malfidato, che sparì davvero in Argentina. 
Domenico visse a Rovato aiutando i poveri, e alla fine dell’800 contribuì con un lascito alla fondazione dell’asilo, che ancora adesso esiste a Rovato in zona san Rocco. 
Il canonico Racheli andò davvero a Milano per condurre a Rovato quattro suore che prestarono servizio presso l’asilo (Come si evince dai documenti della scuola). 
Le ragazze povere andavano a servizio nelle osterie. Una ragazza di nome Maria rimase incinta del figlio dei padroni dell’osteria dove andava a servire che non volle mai riconoscere il bambino. 
Una donna, vicino alla casa dove abito, si gettò nel pozzo. Si disse che era matta, forse era solo disperata. La seppellirono fuori dal Camposanto. 
So di alcuni bambini che morirono cadendo nelle tinozze per il bucato che erano in ogni cortile. 
Pidocchi, pulci e parassiti intestinali infestavano tanti bambini che morivano precocemente. 
I poveri, a causa della mancanza di igiene e della carenza di cibo, morivano in alto numero. 
Cesare Cantù destinò un lascito all’asilo che si stava costituendo, con lo scopo di aiutare i bambini poveri. 
Questo libro vuole essere un dono per ricordare tutti quelli che generosamente hanno vissuto e speso la propria vita per aiutare gli altri. 
Se qualcuno riconosce qualcosa come appartenente alla sua storia non ci faccia caso. Ogni storia personale è storia di tutti. 
Lo sanno anche le nuvole e gli uccelli. 
Anche il vento lo sa”. 

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