Addio a Munaro

80 anni, era il mitico prof di educazione fisica del Cossali
Ritratto di roberto parolari

L'istituto Cossali di Orzinuovi piange il suo colosso. Si è spento ieri, a 80 anni, l'insegnante di educazione fisica Adone Munaro. Era in pensione da poco meno di 20 anni ma era una figura memorabile dell'istituto. Un punto di riferimento per centinaia di alunni del Polivalente orceano, dove avviava alla forma fisica gli allievi di ragioneria, geometri, liceo e Ipsia, prima ancora dell'avvento dell'Itis e dei successivi indirizzi. 
Fisico importante, volto burbero, baffoni indimenticabili, gli occhiali affumicati e il capello riccio curato all'indietro: aveva una voglia di scherzare che non finiva mai, intratteneva i suoi alunni con un gergo tra il vernacolare e il cabarettistico. Juventino e grande appassionato di calcio, non faceva mancare mai ai suoi alunni qualche chicca irridente, come le memorabili imitazioni di Arrigo Sacchi ai tempi del grande Milan di Berlusconi. Altro amore sportivo della sua vita è stata l’Orceana, con cui ha collaborato negli anni ’80. Erano gli anni d’oro della Serie C quando l’Orceana, prima con Maifredi e poi con Zanchini in panchina, visse le sue stagioni migliori. 


Era così burbero da mettere alla gogna i bulli, da annientarli. Non dimenticherò mai quando sentì con la coda della coda della coda dell'orecchio un «va via sgorbio». Lo aveva detto un bullo della nostra classe a un ragazzo che di anormale aveva soltanto la sensibilità e qualche chilo sotto la media. 
Un vero e proprio bullo, di quelli che mai avevo sopportato, di quelli che ancora oggi mi fanno venire le lacrime se penso a ciò che aveva fatto nei confronti di certi compagni indifesi o semplicemente migliori di tutta l'intera scuola, i miti e gli umili.
Il ragazzo che aveva ricevuto quell'epiteto era uno di questi miti e umili...
Il prof. Munaro uscì dallo sgabuzzino vetrato in cui era disposto un simulacro di scrivania, attraversò il gruppo delle due classi, in palestra, e dopo un rapido interrogatorio, individuato il colpevole, lo cacciò negli spogliatoi, con una reprimenda colorita e così indignata che ancora oggi mi commuove: perché in quella bocca che quasi sbavava per l'indignazione c'era la salvezza di ogni uomo... Urlare il rispetto a chi era abituato a non conoscerne il significato. "Chi è uno sgorbio? Dimmi chi cavolo è uno sgorbio?" Poi abbassò la voce: "Accomodati negli spogliatoi e pensa a quello che hai detto dopo aver chiesto scusa al tuo compagno". 
In quelle parole trovo ancora oggi il senso della vita: senza rispetto, senza l'amore per il prossimo, crescono solo falsi successi. 
Munaro lascia nel dolore la moglie Maria Rosa Caffi e i figli Luisa, Laura e Mario. Si è spento all'ospedale di Manerbio. Il feretro è composto alla casa del commiato Passeri a Orzinuovi. 
I funerali si svolgeranno venerdì alle 14.30. 

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