Eco camminata e flash mob contro le centrali elettriche sull'Oglio

Organizzato da Legambiente e Wwf
Ritratto di roberto parolari

Cinque chilometri da Orzinuovi fino alla chiusa della Conta di Barco per dire no alla seconda centralina nel territorio di Roccafranca. Domenica 27 marzo Legambiente e Wwf hanno anzitutto fatto pulizia del bosco, raccogliendo lungo la strada rifiuti a non finire. Non sono mancate le sorprese, come una intera stufa abbandonata in mezzo al bosco, per non parlare di gomme e condutture elettriche.
Raggiunga la chiusa Franco Ferrandi ha fatto il punto della situazione, ricordando la «fondatezza del ricorso promosso dal Parco Oglio Nord contro questa seconda centralina. Basterebbe vedere che obbrobrio non sono questi impianti per dire no: e in località Chiusone a Roccafranca il cantiere già avanzato conferma che l'impatto ambientale è elevatissimo».
Ma Ferrandi ha illustrato anche un'altra criticità: «Questi impianti producono un'inezia – spiega –, parliamo di nemmeno 50 euro all'ora, perché la centralina in questione eroga in regime ottimale 280 kilowattora. Ci rendiamo conto che sono cifre ridicole e lungo l'Oglio vogliono fare oltre trenta centrali così, che basterebbe ricoprire un capannone di fotovoltaico per ricavare quell'energia».
Ferrandi ricorda che poi le centraline hanno molte settimane di secca, sia per questioni climatiche sia per non interferire con il regime irriguo.
Al flashmob di Legambiente sono intervenuti anche Romano Sacchi (Wwf Cremona) e il consigliere regionale 5 Stelle Ferdinando Alberti. Sacchi ha evidenziato «l'impatto sull'ecosistema di questi impianti, per nulla in grado di rispettare l'ambiente in cui vengono introdotte».
Alberti ha riconosciuto «le ragioni di un territorio che, al di là delle carte bollate e dei cavilli, merita di essere difeso anzitutto dalla politica: è assurdo che le Province autorizzino impianti che le comunità locali e i Parchi non vogliono».

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