Il nuovo Pgt è legge

15 ore di Consiglio per approvarlo
Ritratto di mavi

Quasi quindici ore di Consiglio comunale, da mattina a tarda notte, per licenziare il nuovo Pgt della città di Chiari. E' accaduto giovedì 13 aprile, a Chiari, dove il Salone Marchettiano si è trasformato in una «sala della Pallacorda» ma in tema urbanistico. Rinchiusi per tutto il giorno, i consiglieri hanno affrontato l'approvazione del nuovo Pgt.
Che cosa porterà in dote? Anzitutto una rappacificazione con i Comuni confinanti dell'Area Vasta (Urago d'Oglio, Rudiano, Castelcovati) con i quali sono stati concordati una maggiore collegialità e la necessità di un obbiettivo comune per sviluppare poli produttivi.
Ma è anche la Chiari che ha guardato alla super depressione economica con l'intento della «rigenerazione»: questo il termine utilizzato dalla maggioranza per lanciare un progetto di riconversione di aree dismesse, chiuse, fallite o in concordato.
Partiamo dall'ex Fin Beton di via Roccafranca: una cava in dismissione a cui sono state riservate possibilità commerciali e artigianali, come richiesto dal curatore del concordato.
Il tutto abbinato a una serie mini di servizi che possono andare dall'alberghiero fino a spazi per spettacoli, vista la vicinanza al casello Brebemi. «Abbiamo subito chiarito – ha spiegato Federico Lorini, responsabile per l'urbanistica nello staff del sindaco – che per servizi non parliamo di opere da regalare al Comune o tipicamente senza fini di lucro. Librerie, auditorium a pagamento, piscine, una casa del commiato sono esempi di impresa con finalità di servizio».
Un'altra area da recuperare è quella della ex Nk: la morte del tessile a Chiari (vecchia di quasi dieci anni) potrebbe consentire una riconversione residenziale, commerciale ma anche scolastica, visto che il Comune ha suggerito nel Pgt di recuperare la cascina interna alla fabbrica, trasformandola in laboratorio per l'indirizzo agrario dell'Einaudi.
Per la ex Piceni e la ex Faglia, invece, si è pensato a una riconversione residenziale, mentre per la ex Chionni è ammesso un insediamento produttivo.
«Abbiamo ridotto gli oneri per gli standard aggiuntivi – spiega Lorini – da 5 euro a 2 al metro quadrato, con l'intento di far riconvertire queste aree e chiedendo in cambio solo alcuni metri finalizzati a servizi. E' quanto potevamo fare nel tentativo di scuotere il mercato locale e i proprietari».
Nel Pgt sono state inoltre ridotte le aree da edificare di circa 500 mila metri quadrati.
Non così la minoranza che con il consigliere Gabriele Zotti parla di «una chimera, che non avrà alcuna adesione. In realtà questa progettualità è una illusione: non puoi chiedere a chi ha chiuso una fabbrica e visto la crisi uccidere la propria azienda di investire con vincoli di questo genere. Quanto alla riduzione delle aree edificabili credo che la Giunta rischi di aver lavorato due anni invano se, come sembra, la Regione prorogherà nuovamente il congelamento dei Pgt entro giugno».
Per Roberto Campodonico invece «si è tornato indietro di vent'anni, congelando, non investendo in lungimiranza, non immaginando un futuro per la città».

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