Biogas, condanna confermata

Ritratto di giulia

Aveva violato diversi aspetti della gestione di un impianto a biogas e il recupero di 285 mila euro ad opera del Gse è stato confermato anche dal Tar, dopo il ricorso di una società agricola di Chiari contro la Provincia di Brescia.
La condannata è la Società Agricola Chiari 1 che, in sostanza, aveva coinvolto la Provincia considerandola colpevole di aver dilatato i tempi relativamente agli accertamenti sulla condotta dell’azienda con sede legale in viale Teosa 19 e con sede operativa in via Pontoglio.
Il Tar invece ha ritenuto corretta e tempestiva la condotta dalla Provincia che aveva sospeso l’autorizzazione all’impianto per ripetute e molteplici violazioni. Il Gse aveva ritirato nel marzo 2020 le tariffe incentivanti erogate alla società nel periodo 22 dicembre 2017 –20 aprile 2018 per l’importo di quasi 300 mila euro. Risaliva infatti al 20 aprile la revoca della sospensione della Provincia, dopo che aveva accertato che le contestazioni all’azienda erano state rimediate con adeguati interventi dalla ditta. Tra le violazioni accertate l’ingresso di mezzi di conferimento fuori dagli orari prefissati, la violazione del divieto di realizzare strutture per lo stoccaggio temporaneo della pollina in ingresso, l’accertamento della Polizia Locale che nell’area del biogas era depositata una congrua quantità di pollina fumante; con conseguente emersione anche di problematiche di natura odorigena.
Alla Provincia era stato indicato anche il mancato utilizzato del biofiltro, fondamentale per abbattere nitrati e ammoniaca, come pure della pre-vasca liquami e beton bunker. Risultavano non attuate anche prescrizioni di ordine viabilistico per l’accesso all’impianto. Tra le contestazioni anche la mancata bonifica acustica del sito e adeguate misure antincendio. Damiano Di Simine sulla vicenda ha parlato «dell’ennesima conferma che queste continue difformità sono il frutto di una popolazione animale, soprattutto suina, insostenibile per la pianura Padana». L’onorevole Devis Dori (Europa Verde): «Il biogas, che fino a qualche anno fa sembrava un’opportunità per l’uscita progressiva dalle fonti fossili, ha dimostrato tutti suoi limiti e rischi, al di là dei paletti stabiliti dalle norme europee. A catena si generano altre problematiche come quello dello spandimento dei liquami, di cui risulta complicata anche una vera e propria tracciabilità. Dobbiamo entrare nell’ottica di cambiare le nostre abitudini alimentari. La politica rischia di essere asservita alle pressioni economiche, come avviene con il consumo di suolo per la realizzazione di nuovi poli di logistica, con decisioni lasciate in mano ai singoli sindaci». 

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