Chiari: aggredito medico del Pronto Soccorso

Ferragosto da dimenticare per il mondo della sanità e di chi lavora per la salute altrui mentre il mondo intero è in vacanza. Al Pronto Soccorso di Chiari infatti il 15 agosto è avvenuta l'aggressione a un medico di lungo corso, quale Gianni Camotti, abituato da anni a escandescenze e provocazioni. Ma quanto accaduto questa volta non lo aveva ancora messo in conto.
Purtroppo, infatti, non si è trattato di un'aggressione verbale bensì fisica.
Sull'esatta causa dell'accaduto saranno le forze dell'ordine a fare chiarezza, ma la foto pubblicata dal medico poco dopo il fatto non lascia dubbi.
Sui social Camotti ha postato un selfie in cui si notano i lividi per una stretta al collo e non ha nascosto amarezza e sdegno per quanto accaduto.
«Sono circa dieci anni – scrive il medico residente a Castelli Calepio- che lavoro in pronto soccorso. Il personale riceve ogni santo giorno insulti di ogni tipo che ci entrano dall’orecchio destro ed escono da quello sinistro. Siamo incapaci, siamo lavativi, non ci prendiamo cura dei pazienti... poi stranamente quando hanno veramente qualcosa degno di nota, giungono con la coda tra le gambe e siamo degli eroi (vedi emergenza Covid). Non è questione di politica o di ministeri, qui è il cervello delle persone. Non è importante se è successo a Milano, Roma o Palermo. È successo. Questa foto deve fare il giro del mondo perché un giorno è un graffio, un altro giorno è una coltellata...».
Il nostro direttore Massimiliano Magli ha ripreso immediatamente l'accaduto su tutti gli organi di stampa oltre che sulle nostre testate.
Andrea Riccò, segretario provicinciale Uil Fpl ha espresso solidarietà al medico aggredito ma non non ha dubbi sulle cause di queste aggressioni: «Restando così le cose le aggressioni in Pronto soccorso sono destinate ad aumentare, poiché manca la funzione filtro dei medici di base. Questo per più motivi: sono pochi, sono burocratizzati, a volte si limitano a fare l'orario di ambulatorio trascurando i protocolli che impongono l'uscita per urgenza, ma soprattutto non sono dipendenti delle aziende ospedaliere».
Per Riccò è fondamentale una normativa nazionale che «riveda la posizione dei medici di base e li trasformi in dipendenti del Sistema sanitario nazionale. Avrebbero meno burocrazia, consulti diretti e continui con i Pronto Soccorso e potrebbero inviare direttamente in reparto o alla diagnostica i pazienti effettuando già dall'ambulatorio una sorta di triage con i colleghi del PS».
Dunque la questione parrebbe squisitamente di mera volontà politica: spetterebbe alle Regioni e al Governo centrale intervenire con una manovra coordinata per far sì che i medici di base tornino a essere figure di riferimento anche nei casi di pseudo emergenze, ma anche, con la loro competenza, nel ridurre il ricorso a visite specialistiche spesso inutili.
«Il rischio – aggiunge Riccò – è che anche le tanto annunciate case di comunità possano diventare dei contenitori vuoti. Dentro, infatti, ci devono andare quei medici che sono in larga parte liberi professionisti già orientati dal punto di vista operativo e anche economico, e quindi del tutto disinteressati a prendere parte a tali progetti».
E la situazione in fatto di medici di base è allarmante: la fondazione Gimbe 3100 medici mancanti e di quasi il 50% dei medici con oltre 1500 pazienti.
Ecco il commento su quanto accaduto a Ferragosto da parte del direttore sanitario dell'Asst Franciacorta Oliviero Rinaldi: «Premesso che l’evento è oggetto di indagini da parte dell’Autorità Giudiziaria in quanto i nostri professionisti li hanno immediatamente segnalati, da parte nostra, pur necessitando di ulteriori approfondimenti in settimana, riteniamo che non ci siano stati elementi che lasciano presagire un comportamento scorretto da parte dei nostri operatori a cui va la solidarietà della direzione. La direzione si riserva anche di fare ulteriori accertamenti per verificare se vi siano margini per intraprendere azioni di miglioramento per proteggere l’incolumità degli operatori maggiormente esposti al rischio. Riteniamo utile apporre delle telecamere presso il Pronto Soccorso del presidio di Chiari. E dall’inizio del nostro mandato abbiamo assistito a sporadici episodi di violenza verbale mai sinora episodi di violenza fisica. Questo è il primo e pertanto ne siamo rimasti colpiti e sorpresi».