Dimessa con ictus il giorno stesso

La 75enne finisce 48 ore dopo al Civile in gravi condizioni
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Ritratto di mavi

Dimissioni dall’esito drammatico martedì, dall’ospedale di Chiari. E’ accaduto per una donna 75enne di Roccafranca, che ha raggiunto il pronto soccorso in mattinata, dopo che il marito aveva notato un principio di paralisi e difficoltà espressive tipiche dell’ischemia.
La donna è stata sottoposta a tutti i controlli del caso, ma è stata rispedita a casa in condizioni che restavano critiche e con un fortissimo mal di testa. 
Torniamo ai fatti: martedì, l’anziana signora si era svegliata con difficoltà motorie e paresi tipiche dell’ictus e il marito, ultraottantenne, pure gravemente ammalato, si è rivelato un vero eroe nel soccorrerla: non ha esitato un istante e l’ha caricata in auto portandola all’ospedale di Chiari dove ha trascorso in pronto soccorso una giornata estenuante: dalle 9 alle 16 circa è stato al fianco della sua sposa in attesa del presunto ricovero. 
Ma non è stato così: la donna è stata inviata a casa, evitando che fosse tenuta sotto controllo. Ha trascorso la giornata di mercoledì con dolori fortissimi alla testa, per poi supplicare il ricovero che è arrivato giovedì mattina. «E’ una scelta della politica regionale in fatto di sanità – spiega un medico amico della famiglia -: il pronto soccorso, da luogo di ammissione all’ospedale, è diventato cancello perentorio e ingiusto che allontana ricoveri doverosi in nome dei budget regionali». 
La donna è stata quindi trasferita in neurologia al Civile di Brescia, dove i medici si sono detti sorpresi della dimissione da Chiari. 
L’azienda ospedaliera Mellino Mellini ha assicurato «di avere rispettato i protocolli di urgenza: l’ischemia è stata individuata come transitoria e sono stati effettuati anche esami cardiologici per scrupolo. E’ chiaro che tutto questo non esclude peggioramenti imprevedibili». 
L’onorevole Claudio Cominardi (5 stelle): «E’ una sanità tutta da rivedere. La situazione di Chiari è spesso a dir poco discutibile. Ancora oggi abbiamo presidi ospedalieri frutto della lottizzazione politica alle spalle degli ammalati. Stiamo seguendo ogni caso da vicino».

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