“Mai più Lega Nord“

Urago cancella la sezione e accusa provinciale e nazionale: “Per le poltrone sputano sui militanti“
Ritratto di mavi

Scompare un altro «punto verde» dalla mappa leghista della Provincia di Brescia. Dal 31 gennaio anche la sezione Lega Nord di Urago d'Oglio non esiste più.
In sala civica lo hanno annunciato i 13 militanti che in una busta indirizzata alla sede nazionale di via Bellerio hanno riposto le rispettive tessere.
Un gesto clamoroso ma anche di «profonda coerenza con i nostri ideali – hanno detto concordi i leghisti, orami ex, presenti -: Siamo contrari ai diktat di partito e la Lega Nord ormai non è più il partito del Nord ma il partito dell'interesse alle poltrone, troppo vicino a quella Roma Ladrona che voleva combattere».
Parole inimmaginabili fino a qualche mese fa, ma l'epurazione arrivata dal segretario provinciale Paolo Formentini e da quello nazionale Paolo Grimoldi ha fatto scattare il disconoscimento del partito da parte dei locali.
E' il consigliere comunale Alessandro Orisio a ricostruire la vicenda, con sviluppi clamorosi prima e dopo il voto al cda Cogeme dello scorso luglio. Il «no» del sindaco Antonella Podavitte (per la civica Terra di Urago d'Oglio, alleata alla Lega Nord da ben due mandati) era motivato «dall'inaccettabile diktat della Lega a votare il cda proposto senza alcuna motivazione.
Persino nelle ore alla vigilia del voto ci promisero una mail di spiegazioni.
Invece arrivarono ben altri messaggi – continua Orisio –. 'Falla stare a casa (riferito al sindaco ndr) se no non so come va a finire' recita un messaggio alla segreteria locale arrivato dagli alti vertici'.
Nel giro di otto mesi Cogeme ha cambiato tre cda: in uno di questi c'era persino un certo Giulio Centemero, uomo di Matteo Salvini e lontanissimo dal nostro territorio.
A Salvini che si scandalizzava per l'agguato politico al sindaco di Padova Matteo Bitonci e puntava il dito contro i soliti poltronifici, rimandiamo questa puzzolente vicenda, in cui lui stesso è 'titolare' del poltronificio di turno».
La coesione «anti Lega Nord» espressa da Urago d'Oglio è impressionante. Se gli espulsi erano il segretario Massimo Frigé, i consiglieri comunali Alessandro Orisio Mauro Bonaita, Marco Alfio Barbieri, Alessandro Orisio e Santo Salvoni, a dare le dimissioni è stato anche il fedelissimo della Lega Luca Squarzoni Balestra, vice sindaco.
E' stato il primo a mettere la sua tessera nel grande bustone che poi è stato fatto sfilare per la sala come in una insolita questua che ha prodotto ben 13 «due di picche».
A lui (la cui posizione era ancora al vaglio) si è affiancato subito anche il consigliere comunale Giambattista Barbieri che il direttivo provinciale aveva letteralmente dimenticato, come pure Giulio Beretta, già candidato sindaco, e Patrizia Piva (decana leghista con 25 anni di militanza).
«E' un momento di profonda delusione – ha detto il sindaco Antonella Podavitte – ma anche di bellissima rinascita: la nostra terra è qui, i nostri ideali sono quelli degli uraghesi.
Un partito che calpesta libertà, ideali e cittadini per noi è morto per sempre».
Ad applaudire questa decisione è intervenuto il sindaco di Castrezzato Gabriella Lupatini che pure ha visto scomparire la Lega Nord dal suo paese.

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