Chi fa da se’, fa per tre

Ritratto di mavi

Fare l’amore con se stessi, prima ancora di farlo con un’altra persona è forse una delle attività più antiche del genere umano. 
La masturbazione possiamo ritrovarla anche nel regno animale, non soltanto nei primati, infatti è una attività che accomuna anche i nostri animali domestici, come cani e gatti. 
Nello studio della sessuologia ci siamo chiesti a cosa serva masturbarsi: se consideriamo le scimmie, che pur essendo simili a noi tendono ad avere comportamenti meno complessi, si masturbano prevalentemente per provare piacere o per noia. I Bonobo (un tipo di scimmia con una sessualità particolarmente sviluppata) si masturbano all’interno del branco, senza avere la necessità di nascondersi, esattamente come compiono tutte le altre attività sessuali. 
Questo avviene perché non hanno un’idea di moralità che limita il comportamento. 
L’essere umano si può masturbare per diversi motivi: per piacere, per noia, per abitudine, per colmare un vuoto, per rilassarsi, per conoscere meglio il proprio corpo, per frustrazione. Questi ultimi due comportamenti sono antropologicamente i più curiosi. Il nostro retaggio culturale e morale ci ha sempre portato a sdoganare la masturbazione come segno di normalità nell’uomo, mentre una donna dedita a questa attività veniva e viene etichettata come una poco di buono; la masturbazione per una donna, al massimo è consentita in assenza di un partner, mentre la gran parte degli uomini continuano a masturbarsi anche da fidanzati. 
In realtà la masturbazione ha l’effetto di aumentare la conoscenza del proprio corpo e rendere sessualmente più sicuri; infatti organi complessi come la vulva e la vagina possono essere utilizzati per provare il massimo piacere se la donna li conosce e li padroneggia. 
Spesso in seduta, con le donne che si recano dal sessuologo per il problema del mancato raggiungimento dell’orgasmo, si interviene con una semplicissima lezione di anatomia, con modellini e supporti visivi per spiegare il funzionamento dei genitali femminili. Invece, riguardo ai genitali maschili, agli uomini, questa “lezione” raramente è necessaria. 
Essi masturbandosi fin da adolescenti, conoscono meglio il funzionamento del loro pene, oltre che sapere nel dettaglio come essere toccati e stimolati per raggiungere il piacere, nozione che tante donne non hanno. 
Questa feroce moralità sulla masturbazione può essere l’origine anche di disfunzioni sessuali: i bambini iniziano il conoscimento del loro corpo sessuato come fonte di piacere dai 6 anni di vita. 
Se il genitore, rimprovera il bambino che sta conoscendo il proprio corpo, si potrebbe innescare un’esperienza traumatica. 
Molti genitori si preoccupano quando vedono la propria bambina che si struscia contro i mobili di casa intenta a provare piacere; se questa opera di conoscimento del proprio corpo viene bruscamente interrotta, da un rimprovero o da una punizione, la bambina automaticamente assocerà il provare piacere e la sessualità a un comportamento sbagliato da evitare. 
Si potrebbe invece farle capire che certe pulsioni andrebbero sfogate nell’intimità della propria camera, lontano da occhi indiscreti, come preziosi momenti personali e di conoscimento di sé stessi. 
Inoltre il cervello dell’essere umano, vecchio o giovane che sia, funziona in questo modo: più un’attività viene proibita più verrà voglia di compierla, quindi, nel sesso, è meglio legittimare che proibire. 
Anche il maschietto che si masturba di nascosto con la paura di essere scoperto dai familiari, potrebbe nel tempo arrivare a un’idea distorta del sesso: è un’attività che va consumata in segreto, immorale e nel minor tempo possibile. 
Tutto ciò potrebbe generare un’eiaculazione precoce in adolescenza. 
Perché quando si è frustrati, ci si masturba? La frustrazione è quel meccanismo che si sviluppa quando vogliamo arrivare a un obbiettivo lontano che non riusciamo a raggiungere nell’immediato. 
Se giungiamo all’obiettivo, nel nostro cervello si liberano dei neurotrasmettitori che generano benessere, felicità e appagamento (i neuroni della ricompensa). 
Masturbandoci, attiviamo lo stesso meccanismo di ricompensa con la liberazione momentanea delle medesime sostanze; alla fine ci sentiamo più sereni, riusciamo a ragionare meglio ed essere più concentrati per raggiungere l’obiettivo. 
La masturbazione può essere addirittura un campanello d’allarme di un disturbo depressivo: frequentemente un uomo che sta iniziando a cadere nel vortice della depressione tende ad aumentare la frequenza delle masturbazioni (spesso accompagnata dalla visione di materiale pornografico) anche se ha una bellissima moglie che lo aspetta a casa, nel tentativo di rinfrancare la propria autostima e la propria virilità (toccarsi, significa anche sentire di avere un pene duro, simbolo atavico di potenza).
Spesso abbiamo sentito la frase “quello/a è sempre arrabiato/a, dovrebbe fare più sesso”. 
Ecco, se non abbiamo a disposizione un partner, potremmo fare l’amore con noi stessi, anche perché noi siamo gli unici a sapere come darci veramente piacere. 

Dott. Roberto Genoni (medico/sessuologo)
328.5633349 
mail: roberto.mario.genoni@ gmail.com 
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