Inquinamento, serve azione congiunta

Ritratto di mavi

L'emergenza inquinamento? Da combattere più seriamente e con un'azione che abbia azioni concrete e comuni.
A dirlo è l'assessore all'ambiente di Chiari Domenico Codoni che archivia così il primo Protocollo regionale sulla qualità dell'aria che coinvolgeva anche altri Comuni della Provincia oltre alla città di Brescia.
Un'esperienza tutta da rivedere, forse perché ancora acerba e al suo primo anno di test.
Il motivo?: «Nessun blocco del traffico è stato effettuato nei Comuni aderenti, tanto più perché non obbligatorio. Per noi qualcosa, tuttavia – ha spiegato Codoni – cambierà già dal prossimo autunno.
Non intendiamo restare a guardare situazioni tanto critiche senza procedere con provvedimenti».
Una decisione sin troppo comprensibile visto che Chiari non naviga certo in buone acque ormai da un decennio in fatto di inquinamento.
E il 2016 ha confermato tale situazione, per quanto con un minimo miglioramento rispetto al passato: restano infatti troppi i giorni in cui il particolato Pm10 supera i 50 microgrammi al metro cubo, come pure quelli in cui il supero riguarda il Pm 2,5.
Così pure per il diossido di azoto, che a Chiari, come in molte zone della provincia, rimane al di sopra dei 35 microgrammi al metro cubo per buona parte dell'anno.
Da Chiari arriva dunque un appello a un «impegno comune, serio e costante sia nell'analisi costante della situazione che nelle misure da intraprendere per contrastare l'inquinamento in un catino come la pianura Padana dove già esistono condizioni oggettive che favoriscono l'accumulo di veleni nell'aria».
A dare la sveglia dovrebbero essere i dati più recenti, visto che anche il 2017 ha riscontrato nei mesi invernali continui superi anche gli oltre 100 microgrammi del Pm10.

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