La costruzione di un amore

Ritratto di Massimiliano Magli

Tanti uomini storicamente hanno rappresentato il più colossale inganno alla famiglia: uomo libero di fare ogni cosa, maltrattare donne, tradire, odiare, dare per scontato e normale il proprio libertinaggio... Pian piano questi errori sono, non dico retrocessi, ma almeno sempre più riconosciuti.

E in questo periodo dell'umanità, accade ora che troppe donne stanno deragliando... Non lo dico io: in ultima analisi, purtroppo, lo dicono i reparti di psichiatria. E non parlo di donne vittime di violenza, ma di giovani donne, come di donne mature, che non sanno più cosa vogliono soprattutto perché confuse da un misto di affrancamento e da una vergognosa campagna mediatica che mescola una sempre più densa filmografia del tradimento o dell'abbandono coniugale con uno status symbol, un presunto stato di libertà.

Forse un contrappasso antropologico, forse uno sbando momentaneo legato alla conquista di diritti importanti... Ma sto notando come tante donne, specie quando affrancate, ma non solo, anche quando disperate insieme al marito magari per motivi economici, ma anche per una relazione che deve per forza di cose attraversare mille scogli, scelgano la vita del cambiamento, del tradimento, dell'interruzione di famiglia.

E allora, mi viene sgradito ammetterlo, devo riconoscere che l'ossessiva predica della mia odiata chiesa (una chiesa più che mai traditrice, fatta di pretacci ma anche di grandi preti) a favore della sacralità della famiglia diventa un sacro mantra... Oggi più che mai: oggi che scopro con sgomento come troppe amiche, persone conosciute ricorrono con facilità disarmante a stereotipi del tipo "vado dall'avvocato", "Io ho i miei diritti", "sei un ottimo padre ma come marito non vali nulla"...

Frasi del genere, sarà sgradevole dirlo, dagli uomini ne ho sentite ben poche: ce ne sono comunque di bieche e storicamente bieche, come l'uomo che si vanta della scappatella o della puttana frequentata. Vergognose indubbiamente... Una vergognosa comodità di posizione che l'uomo ha adottato per secoli umiliando la donna. E se l'uomo non dice «vado dall'avvocato» è certamente perché di avvocati ancora oggi non ne ha bisogno. Forse eccezionalmente, ma un domani c'è il rischio che ne sentirà il bisogno e quel bisogno spero non arrivi mai, se non per oggettive gravità. Perché minacciare il proprio amato, o ex amato, con tali ricorsi in vicende oggettivamente futili, per quanto difficili, è un offesa a se stessi. Marito o moglie che pronunci tali minacce in una fase critica del rapporto, ma non ancora drammatica.
Io dico: se litigate di continuo, ma se non ci sono minacce serie al vostro rapporto dal punto di vista della violenza, mettetevi uno di fronte all'altro e cominciate a guardarvi negli occhi. Perché sicuramente in quel momento lo sguardo reciproco lo avete perso. Ricercatevi, ripensatevi agli albori del vostro amore. E' scontato che il rapporto, nella stragrande maggioranza dei casi, decada, diventi monotonia, che l'uomo o la donna al tavolo opposto del ristorante vi desideri, vi guardi con interesse, sia più gentile e attento in un nuovo corteggiamento. Siamo mortali, deboli, oggetto di tentazione costante... Ma l'amore, l'amore, come lo si costruisce se non costruendolo, appunto? Stupenda, infinitamente, la canzone di Ivano Fossati «La costruzione di un amore».

«La costruzione di un amore spezza le vene delle mani, mescola il sangue con sudore se te ne rimane / La costruzione di un amore non ripaga del dolore è come un'altare di sabbia
in riva al mare. La costruzione del mio amore mi piace guardarla salire come un grattacielo di cento piani
o come un girasole / Ed io ci metto l'esperienza come su un albero di Natale come un regalo ad una sposa, un qualcosa che sta lí e che non fa male. E ad ogni piano c'è un sorriso, per ogni inverno da passare, ad ogni piano un Paradiso da consumare» [...].
E nel mondo dello spettacolo c'è un esempio devastante per le famiglie... un esempio che tradisce il senso ultimo della bellezza, dell'amore, della fedeltà... Sbagliare, tradire, può capitare, per quanto sia terribile, ma è una colpa, un dolore, un errore, non può essere una moda, una conquista, è una caduta! Come pure rapporti libertini devono restare comunque, secondo me, come vicende private,

Sono l'emblema della deriva di uomo e donna, di valori che si perdono, si sono persi!
E poi pretendo tutto di più dalle donne. Un capolavoro di delicatezza che sta morendo, vittima di una vacuità impressionante... Donne, costruite il vostro amore con coraggio, avete davanti uomini grandi, deboli e fragili, ma grandi, meno di voi, ma con voi. 

Il mondo dello spettacolo è qualcosa di bieco. Un'esibizione della bellezza quando la bellezza fisica dovrebbe essere solo un magnifico dono, un privilegio ma non un'autorizzazione ad armarsi.
Leggo dal Corriere: «Isabella Ferrari che si vanta del corteggiamento di Sean Penn che però ha rifiutato perché troppo aggressivo». Hai fatto bene ma chissenefrega! E di Dalila Di Lazzaro, madre sfortunata, che in una recente intervista al Corriere dice a proposito dell’incontro con Jack Nicholson: «Lo accompagnai al Festival di Venezia. Era accompagnato da una corte pazza, amici travestiti da vescovi e chef. Prese due suite adiacenti. Perché non vieni a dormire da me? Aveva le pantofole leopardate e il pigiama a righe, se lo allargò sul ventre e cominciò a parlare col suo membro. Lui è attratto da te, mi diceva. Ero stanca, non sapevo come dire no. Esclamai: bandiera rossa, intendevo che avevo il ciclo, una bugia. Dormimmo abbracciati stretti stretti. Il giorno dopo mi dispiacque, avrei voluto farlo».
Ma perché? Cosa c'è della bellezza sacra di una donna nel raccontare queste cose?

Qualche giorno fa a due amiche ho scritto quanto sia enorme l'amore come senso altrettanto enorme della costruzione di un'esistenza. Un'intrapresa del cuore che non può morire davanti alle difficoltà, se non alle più terribili...
Una di esse ha lasciato il suo uomo. Risponde: «Perché lottare, quando si può cambiare».
L'altra mi ha risposto, e posso capirne il senso ma non accettarlo, «ma davvero pensi che l'amore sia la risposta?»...
E' l'ennesimo male del nostro mondo: perdere il senso dell'amore.

E sempre dal Corriere, un «acuto» scritto: le statistiche sui crescenti tradimenti le scrivono i social network dei tradimenti (Gleeden, Ashley Madison ecc.): «bella scoperta - fa notare la giornalista - cosa pretendete che scrivano le società che vendono tradimenti? Che siamo un popolo di traditi e traditori e che il tradimento è ormai normalità». Ma c'è di più: la giornalista si iscrive in uno di questi portali, e vi trova il nulla, pochissimi utenti, per lo più single o addirittura finti utenti...

Parlando dell' «Ultima tentazione di Cristo» con un amico prete, che ha visto e scrutato la pellicola di Scorsese senza pregiudizi: «E' un film forse scritto con influenze ebraiche, perché a un apostolo fa mettere in dubbio la resurrezione».
Don cosa succederebbe se Gesù non fosse risorto? «Non avrebbe senso il Cristianesimo».
E nel film in effetti torna sulla Croce... Ma è tornato sulla croce, dico tra me, non hanno mostrato né dimostrato che sia risorto... Quella croce è l'amore e se Gesù non fosse risorto, risorto è di certo nelle generazioni a cui ha predicato con estenuante disperazione il senso ultimo della vita. Amare. Azzannare, mangiare, sputare il dolore, ma resistere e perseguire quel senso ultimo del rispetto che invece finisce per tracotare nel nostro ego, vendicativo, orgoglioso, sempre meno disposto a guardare negli occhi, a pretenderli, a trovare ragioni nell'amore e non nella pura ragione...
Ecco perché amare Cristo. Non c'è un passo in cui non ci racconti la costruzione dell'amore e non c'è un passo in cui non ci dica quanto sia enorme la difficoltà per raggiungerlo, mantenerlo.
C'è niente di più figo? E' mai possibile che oggi sia più facile tenere duro su un campo da calcio mentre si è sotto di tre gol che non in famiglia?
 

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