Mondadori e montatori

Ritratto di Redazione

Tutto è sotto il sole, da sempre...

Almeno qui da noi... sul pianeta Terra. Penso al libro del Qoelet quando sento per l'ennesima volta uscire la marciscenza del Corriere della Sera, ormai un giornaletto simile a quelli che ti compravi nelle edicole di Milano vicino a Tex.
Sono sbalordito nell'ascoltare il commento dell'ex direttore del Corriere della Sera Mieli all'indomani dell'acquisizione di Mondadori di Rcs Libri. Comprendo semplicemente che tutto è stato fatto ed è stato detto non da uomini liberi ma di schiavi del denaro e del potere.
Povero Mieli e quanto ha fatto bene a questo punto il mercato a richiedere tablet e telefono anche all'ex direttore De Bortoli. Pugni alla dignità? Macché!
Un editore deve richiedere indietro anche il gettone della macchinetta del caffè se gli è dovuto, specie a chi ha percepito stipendi da 30 o 40 mila euro al mese più caché legati al mondo della televisione e degli altri mass media.
Mieli era uno dei direttori che usò le pagine del Corriere per definire devastante un successo politico di Berlusconi, definendone il governo deludente e invitando a votare il centro-sinistra.
Una posizione del genere, peraltro non ortodossa dal punto di vista professionale, la prendi quando davvero credi che in gioco ci siano la libertà di un paese e il pericolo di un golpe democratico...

Ora ti aspetti che Mieli tracolli alla notizia della Mondadori che si prendere il 38% del mercato librario, dopo che già si era presa persino Einaudi. Macché: «Niente di grave – dice – anzi hanno vinto sia Rcs che Mondadori. Non c'è rischio di monopolio e poi Mondadori ha pubblicato anche editori come Scalfari per cui si è comportata correttamente già in passato».
Una follia dico io. E' come se in Italia un dittatore avesse titoli per stare in sella semplicemente perché di tanto in tanto ascolta i peggiori nemici con un acume e una capacità strategica straordinari.
Questa vicenda conferma il successo straordinario di Berlusconi e la scomparsa di una sinistra che non esiste più da anni, camuffata nei nomi da alternativa ma tutt'uno con chi ha il solo fine del potere.
Questa acquisizione è ben più di un patto del Nazareno: è la enorme sconfitta e la scomparsa totale della sinistra.
Congratulazioni al «caimano» che si conferma l'uomo dell'economia sic et simpliciter. Quell'economia che ha travolto il paese e sconvolto le famiglie, ma anche distrutto un intera storia politica di sinistra. Già, perché oggi nessuno si rende conto (o meglio finge di non rendersene conto) di quanto sia importante l'acquisizione di Mondadori su Rcs. Di quanto sia strategica, berlusconiana, un successo di famiglia, che va ben oltre ogni destra e sinistra, ma conferma l'Italia terra di oligarchi, o forse sarebbe meglio dire monarca.
Guardo ammirato Berlusconi per ciò che ha fatto: non fosse per la capacità e la convinzione con cui ha perseguito un fine, dopo aver costruito lui stesso, evidentemente, una opposizione fatta per essere comprata, rammollita con questa paurosa frollatura renziana.

E torno a Mieli: l'uomo quacquaracqua fuori da molti ruoli oggi, ridotto a un «presidente della repubblica» del giornalismo che taglia corto con un «non è accaduto nulla di grave».
Con quale faccia questa gente si è permessa di usare un ex grande quotidiano nazionale per dire chi votare e chi no?
Per Rcs si aprono le porte del viale cimiteriale, e il successo in borsa, provvisorio, è soltanto la soddisfazione per aver trovato, nella bara, un cuscino foderato di raso... Si tengano pure notizie e milionate di debiti... A presto il funerale: fallimento ovvero il colpo alla schiena da parte di una Mondadori che potrà, prima o poi, papparsi anche il Corriere sotto mentite spoglie.
Già, perché non mi si dica che in Italia l'anti-trust funziona con un editore che ha il 40% del mercato.

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