Romeo Bosetti, chi era costui?

Per lui un piazzale e una memoria che va rinforzata
Ritratto di giulia

Nei giorni scorsi il Comune di Chiari ha intitolato a Romeo Bosettil il piazzale dell’ex Cinema Teatro. 
Un gesto che rende onore al grande attore, regista e sceneggiatore clarense, riscoperto dalla meticolosa ricerca dello storico locale Guerino Lorini. Dopo aver riportato la notizia della intitolazione, questo mese dedichiamo spazio alla figura di Bosetti 
Lo storico Jean Mitry ha scritto che Romèo Bosetti è stato il protagonista più importante del cinema comico creatore del genere burlesco ancor prima che Jean Durand e Mark Sennet potessero anche solo pensarlo e che da lui hanno tratto insegnamento.
Per comprendere la genialità di Bosetti che ha fatto scuola ad altri attori e registi emergenti, è sufficiente ricordare che quel Mark Sennet citato da Mytri, è stato l’attore sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense di Hollywood premiato con ben due Oscar di cui: nel 1932 e nel 38.
Nato a Chiari il 18 gennaio 1879, a convincerlo ad abbandonare la sua città natale e l’affermata carriera teatrale e circense è stato l’innato spirto d’avventura e la notizia che a Parigi stava per nascere il rivoluzionario mestiere delle “immagini in movimento”. Ed è nella capitale francese che nel 1902 inizia a farsi apprezzare come attore e regista capace di improvvisare interpretare e creare storie incredibili ricche di comicità molto richieste dalla case cinematografiche di Francia e di altre parti del Mondo, tanto da meritarsi l’appellativo di: “Re del burlesque”, “ il genio della risata ” e “Padre della commedia francese”. 
Ad oltre un secolo dalla nascita del Muto non c’è cineteca che non disponga film del versatile Bosetti, pellicole a volte rinvenute per caso restaurare e conservare come opere d’arte filmografiche uniche ed irripetibili. 
Nella gestione dell’arte e memoria toponomastica, Roma è da sempre unica e insuperabile e quando nel 2015 gli fu proposto di dedicare una delle sue strade a Romeo Bosetti, diversamente dalle tante richieste ogni anno respinte, la prese in serie considerazione. 
Nel 2017 a proporre la sua candidatura accompagnata da un corposo dossier sulla sua valenza artistica, è stato il giornalista pubblicista Guerino Lorini di Chiari che alcuni anni prima era stato in grado di far assegnare un’altra via della Capitale al musicista bresciano sempre di Chiari Nino Piccinelli. 
Superati i rigidi pareri delle commissioni di: Cultura e Toponomastica, nel 2017 la decisione unanime di intitolare una via della Capitale all’attore regista, sceneggiatore e produttore Bosetti, di cui si sta cercando un’area adatta alla sua levatura artistica. Grazie al linguaggio universale della mimica, i suoi film, più di 600, distribuiti e proiettati sugli schermi di molti Paesi del mondo, sono anche serviti ad aprire il nuovi orizzonti di conoscenza. Nel 1912, la famosa casa cinematografica, Pathè, per promuovere l’immagine del suo famoso artista fece stampare milioni di cartoline con l’immagine di Romeo Bosetti distribuite in molti Paesi e nazioni, tra cui: Russia, Cina, Germania, Stati Uniti. Nel libro edito dalla GAM di Rudiano ( due copie delle quali si trovano al Museo del cinema Gaumont di Parigi, ed un altro al Centro sperimentale di cinematografia di Roma), si racconta che Bosetti fu il primo regista ad avvalersi degli animali feroci, suoi anche i primissimi film sulla storia del Far West, tra cui: “Romeo Cow boy”, “Romeo all’assalto del treno”. 
Ed è ancora lui che ribaltando gli schemi aggiunse nelle pellicole e manifesti i nomi delle attrici donne, fino ad allora precluse. In pratica l’artista clarense ha dato il via alla prima forma di parità tra maschi e femmine. Lasciando al palo tutti i registi di quel tempo, nel 1913, giusti 110 anni fa, Bosetti con la regia di Louis Feuillade’ è stato anche il produttore del primo film poliziesco “Fantömas” di seguito copiato da altri. Ad apprendere tecniche spunti e trucci dai suoi film anche altri importanti attori e registi, tra cui Charlie Chaplin per il suo film: “Il Circo”. 
Lo ha fatto più volte anche Chales Amador, primo regista del Cinema Messicano, il quale ha ammesso che diverse sue pellicole erano frutto di imitazioni di film di Romeo Bosetti, tra cui: “La caccia di Poliziotti”. 
Con l’avvento del colore e del sonoro l’artista bresciano dovette cedere il passo alle nuove generazioni rimanendo comunque in attività come maestro di scena fino al 1946. 75 anni fa la notizia della scomparsa avvenuta il 27 ottobre 1948 fu data da tutti i giornali francesi e non solo. 
Del re del burlesque, della sua ineguagliabile carriera si continua a parlarne nei occasioni di convegni e riedizioni cinematografiche, dando così lustro alla storia bresciana ed alla sua città natale. Non per nulla, Roma, “Città Eterna,” ha scelto di aggiungere Romeo Bosetti tra i grandi personaggi del mondo del cinema e teatro della sua toponomastica, per citarne alcuni: Federico Fellini, Sergio Rosi, Sergio Leone, Pier Paolo Pasolini, Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Edoardo De Filippo, Emma Gramatica, Antonio De Curtis- Totò-, Edoardo De Filippo, Anna Magnani. Oltre a Fantömas, è ancora lui che nel 1908 realizza il primo film: “Dartagnan” in cui a modo suo racconta le avventure dei tre invincibili moschettieri del re di Francia: Aramis Dartagnan e Portos. “ Mentre continua ad essere apprezzato in molte parti del mondo, purtroppo non è così dalla sua terra natale alla quale continua a dare lustro”. 
Ammette con rammarico Lorini con aria di giallo alla Bosetti ha aggiunto: “al detto che tutte le strade portano a Roma , tra non molto i clarensi potrebbero rispondere: da Roma ci sono tre strade che portano a Chiari”. Perché dovrebbero essere tre non ce lo ha voluto dire. 

 

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