Insegnanti di yoga: sit-in pacifico in Piazza Vittoria a Brescia

«Vogliamo continuare a trasmettere i valori e gli insegnamenti di questa disciplina antica»
Ritratto di mavi

Si sono dati appuntamento domenica 1 novembre nel cuore della città per un momento di riflessione condivisa prima ancora che il Dpcm del 3 novembre scorso fermasse nuovamente tutto.
Lo hanno fatto, tappetini a terra e nel pieno rispetto della distanza di sicurezza, con lo scopo di dimostrare l'importanza di una disciplina antica che, come spiegano nel manifesto scritto per l'occasione, «porta benefici a diversi livelli: contribuisce alla riduzione di ansia e depressione, al buon funzionamento del sistema immunitario, all’equilibrio endocrino e quindi alla riduzione dello stress, ad un ottimale funzionamento del sistema cardio-circolatorio e polmonare. Sono tutti profili di fondamentale importanza per la salvaguardia preventiva della salute, ora preziosa come non mai. 


Non da ultimo lo yoga è basato su una filosofia che promuove dal punto di vista etico valori come la non-violenza, l’empatia, il rispetto di sé e degli altri e la resilienza». I numerosi insegnati di yoga, provenienti da tutta la provincia, hanno voluto sensibilizzare l'opinione pubblica sulla particolarità dello yoga, senza negare o sminuire il valore per la salute delle altre pratiche sportive, ma semplicemente parlando della realtà che personalmente conoscono e che quotidianamente praticano. 
«La scelta del nostro legislatore con il DPCM del 25/10 -spiegano- dimostra una bassa, se non addirittura una inesistente sensibilità circa l’importanza che la pratica dello sport (in tutte le sue forme) ha in relazione alla prevenzione delle malattie e delle patologie che aggravano il quadro clinico di chi contrae il Covid-19, ed in particolare di una pratica come quella dello yoga, che dovrebbe esser promossa ed incentivata proprio quale fattore preventivo delle malattie in generale, in un’ottica realmente salutogenica e di protezione della popolazione con approccio olistico. Riteniamo che sarebbe stato più rispettoso del principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione prevedere una limitazione e regolamentazione delle attività sportive in funzione delle caratteristiche di svolgimento e del numero massimo di praticanti ammessi alle stesse, o quantomeno che, come in altri settori di servizi offerti al pubblico, dovesse essere consentito continuare a praticare sport fino almeno fino alle 18». 
Considerazioni, messe nero su bianco, che in questo momento delicato non hanno potuto non concentrarsi anche sulla grave situazione economica dovuta alla pandemia. «Al di là del pur importante profilo di difficoltà economica in cui si trovano le famiglie degli insegnanti di yoga – spiegano - per molti di noi è innanzitutto prioritario continuare a trasmettere i valori e gli insegnamenti che questa disciplina porta con sé da millenni». 

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