Alumec, Scalvini ce l'ha fatta con i suoi operai

109 in salvo e azienda assicurata
Ritratto di Redazione

Quella di Alumec Srl era la sola busta presente ieri mattina nello studio del notaio Michele Forino di Brescia, dove erano attese le offerte relativamente alla sorte della rudianese ALU-M.E.C. spa in liquidazione e fallimento dal 2013 e in affitto d'azienda dal 2012.
Si è dunque compiuta così la procedura di acquisizione d'azienda da parte della società di Adriano Scalvini: una vicenda intricata e piena di colpi di scena, a cui hanno partecipato da protagonisti il curatore Giovanni Rizzardi, i sindacati con Paolo Franzoni (Fiom), Alessandro Conti (Fismic) e Martino Amadio (Uilm), ma anche la Provincia di Brescia con il consigliere delegato per il lavoro Gian Luigi Raineri e l'Amministrazione comunale di Rudiano.
Con 3,2 milioni di euro Scalvini si è aggiudicato l'azienda: il 10% è stato subito versato in via cauzionale, mentre la parte restante dovrà essere versata entro 30 giorni. «Abbiamo raggiunto un obbiettivo soddisfacente – ha commentato Rizzardi –, consentendo la conservazione di un'azienda con le relativa maestranze, soddisfacendo altresì i creditori, che non vedranno azzerate le loro spettanze».
Giulio Riva, assessore al bilancio di Rudiano e commercialista: «Siamo felici per come si è concluso questo iter, che garantisce a 109 dipendenti un futuro e a un'azienda la possibilità di investimenti e crescita. Questo perché confidiamo che Alumec possa tornare sempre più protagonista del mercato».
Adriano Scalvini ha definito «positiva la conclusione dell'iter con l'aggiudicazione. Ora si tratta di guardare avanti e di pensare a far crescere l'azienda». Sorpreso di essere l'unico offerente? «Nient'affatto: sono momenti difficili per chi vuole investire in Italia». Infine sull'insediamento per la produzione di allumino delle Trafilerie Gnutti tra Chiari e Urago non si dice preoccupato: «E' un investimento che viaggia in una nicchia diversa dalla nostra».
Sulla vicenda Franzoni è intervenuto dicendosi «impaziente di conoscere il piano degli investimenti per i prossimi anni», ma sul tema degli esuberi (una decina quelli ipotizzati), ha detto: «Non è corretto parlare di esuberi, bensì di alcuni dipendenti che, senza contraccolpi, verranno inseriti in un piano di pensionamento. Voglio infine ricordare che per i prossimi anni abbiamo definito anche tutti gli aspetti per eventuali contratti di solidarietà».
Fismic, con Conti, invece definisce «nota la questione esuberi, tanto che il ricorso a un pensionamento anticipato è consentito proprio da tale situazione. Non è escluso in ogni caso un ricambio a breve termine che consenta di assumere nuovi giovani lavoratori».
Amadio, per la Uilm, ha parlato di una «conclusione provvidenziale per tutti, in un momento nel quale un limbo di durata ulteriore avrebbe prolungato ulteriormente la stagnazione dell'azienda, da troppi mesi alla finestra, nonostante la determinazione del titolare che non ha mai ridotto o messo in discussione la produzione e i rapporti con i fornitori».
Con la chiusura del bando prende forma un accordo che prevede alcuni «sacrifici» per le maestranze (con l'azzeramento delle condizioni contrattuali economiche individuali), ma anche un premio di produzione di 70 euro lordi mensili a regime (30 già riconosciuti); i 40 euro restanti saranno così raggiunti: 12 nel 2016, 12 nel 2017, e 8 euro nei due anni successivi. Il premio di risultato prospetta 96 euro per produzioni oltre le 12 mila tonnellate e 130,5 euro superando le 20 mila (per il 2016). Nel 2017 si contemplano 192 euro per il superamento di 13 mila ton e 261 euro oltre le 22 mila. Nel 2018 altri obbiettivi andando oltre le 14 mila tonnellate (256 euro) e le 24 mila (348 euro). Per il 2019, infine, 320 euro superando le 14 mila tonnellate e 435 euro oltre le 24 mila ton.
Salvata un'azienda, dunque, è ora necessario guardare al suo consolidamento, non essendo alle spalle tutti gli scogli, specie quelli congiunturali. Qualche esubero e il ricorso a ammortizzatori paiono già in preventivo.

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