Biogas, nuova sospensione
 
  Troppe violazioni e diffide non rispettate. 
	Per questa ragione la Provincia di Brescia ha sospeso per questa ragione la decadenza dell'Autorizzazione Unica all'impianto a biogas Chiari 2 in via Monticelli di Sopra. 
	Per Chiari, che è letteralmente circondata da impianti di questo genere. Si tratta del terzo provvedimento di tale gravità. 
	L'altro aveva riguardato quello in via Pontoglio Chiari 1 a inizio 2024 e un altro ancora questa primavera aveva colpito GreenEnergy in via Palazzolo.  
	A far scattare la sospensione dell'attività, che ricordiamo è fortemente incentivata dal punto di vista economico grazie ai finanziamenti del Gse, è stata una serie di mancate osservanze. 
	Tra le più importanti, quelle relative al digestato per l'abbattimento dei nitrati, non trattati dall'impianto Sbr. Per la rimozione biologica dell'azoto era stata richiesta un'accurata documentazione. 
	A questo si somma una verifica di Arpa di fine 2024 poi documentata la scorsa primavera dall'Agenzia con un report: «è stata osservata una fuoriuscita di digestato liquido sulla pavimentazione adiacente alla vasca di scarico e prevasca di carico – Così si legge nel documento Arpa -. Sia l’impianto di separazione solido/liquido, sia l’impianto SBR risultavano non funzionanti. A causa del mancato trattamento del digestato il contenuto di Azoto in uscita, misurato nei campioni di digestato finale sia presso lo stoccaggio della società Chiari 2, sia presso lo stoccaggio di un’azienda destinataria, era superiore rispetto a quanto dichiarato nelle rispettive Comunicazioni Nitrati per il 2024; 
	nel corso del sopralluogo il personale addetto non è stato in grado di fornire un adeguato supporto a dimostrazione del funzionamento dell’impianto». 
	La provincia, con il dirigente Giovanmaria Tognazzi, ha intimato l'azienda a non conferire più alcun liquame nell'impianto, smaltendo il residuo. 
	Ha chiesto altresì «un rapporto tecnico dettagliato, sottoscritto da tecnico abilitato iscritto all’Ordine, che descriva: tipologia ed esiti degli interventi manutentivi/installazione eseguiti;  un elaborato con la descrizione dell’ubicazione nell’impianto delle sonde installate deputate al controllo dei diversi parametri». E' stata richiesta anche una prova della formazione degli addetti e una serie di analisi da laboratori accreditati del digestato a monte e a valle dell'impianto. 
	«Ancora una volta – ha spiegato Daniele Bulgarini – è solo a fronte delle segnalazioni di un cittadino come me, che non ha nemmeno la licenza superiore, che la macchina dei controlli si muove. Voglio che i cittadini sappiano che non c'è alcun controllo reale su questi impianti: lo dimostra che senza di me tutto sarebbe proseguito normalmente. Tra parentesi, vorrei finalmente sapere perché non è ancora stato trovato chi ha scagliato una bomba molotov nella mia casa e sparato alla mia auto nel 2018».
	Bulgarini ha inoltre ricordato «l'allarme ambientale che questi impianti causano: quando vengono sospesi, dove diavolo vanno tutte quelle tonnellate di liquame». 













