La comunità di Chiari piange l'ex sindaco emerito Alberto Cenini

Amministrò la città dal 1985 al 1995
Ritratto di roberto parolari

Chiari in lutto per la morte del suo sindaco emerito. Alberto Cenini è scomparso venerdì all'età di 83 anni.
Aveva guidato la città dal 1985 al 1995, consegnandone poi la guida al suo omologo Mino Facchetti.
I funerali si svolgeranno lunedì alle 15.30 nella chiesa di Santa Maria, partendo dalla casa del commiato di via Rudiano.
Commercialista di professione, Alberto era figlio del senatore Pietro Cenini, a cui il sindaco Facchetti e la sua Giunta dedicarono la tangenziale est della città.
Nella giornata di sabato si è spento anche Oreste Libretti, ex assessore della Giunta Cenini e storico imprenditore nel mondo della termoidraulica.
Massimo Vizzardi, consigliere regionale e sindaco fino all'elezione al Pirellone di pochi mesi fa: «Lo ricordo come una persona corretta, moderata e disponibile. Nel suo essere riservato, in questi anni in cui sono stato sindaco, tuttavia non ha mai mancato nei nostri incontri occasionali di propormi puntuali osservazioni, riflessioni e suggerimenti, sempre con estremo garbo e con una bella disponibilità al confronto».
L'Amministrazione comunale ha pubblicato anche sui social un messaggio di ringraziamento per l'impegno civile e politico, esprimendo vicinanza alla famiglia.
Durante i suoi mandati si era adoperato anche per la nuova sede della Polizia stradale e per quella dei carabinieri, come ricordano Mino Facchetti e Pietro Capitanio, che fu consigliere e assessore con lui.
«Una persona di un garbo incredibile – ricorda Capitanio – con cui lavorai benissimo, ma soprattutto un grande amico: la sua dipartita è per me un dolore immenso». Analoga la reazione del consiglio comunale, con Fabiano Navoni che parla di «una perdita grande per la città, se ne va un faro dell'impegno civico e politico, sempre moderato e determinato per il bene di Chiari».
Mino Facchetti è in linea con questi ricordi: «Non l'ho mai visto arrabbiato, mai sopra le righe. Sempre pronto a dialogare, suggerire e farsi portatore di più istanze. Certo le sue idee e i suoi principi erano sempre fermi e chiari, ma non per questo travalicava gli altri. Ricordo bene il giorno in cui, senza nastri da tagliare né tanti proclami, inaugurammo con Alberto la strada dedicata al padre senatore».
Il figlio Paolo, collega di studio, seguì l'ispirazione del padre per un mandato come consigliere comunale dal 2004 al 2009. Oltre a lui, lo piangono la moglie Silvana e gli altri figli Alessandro e Laura.
 

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