Sinti, vetri rotti e notte da dimenticare in via Speri

Tre pattuglie in soccorso dei vicini barricati
Ritratto di Massimiliano Magli

Ore di tensione a Chiari, sul fronte immigrati e nomadi. Nella serata di sabato si sono vissuti attimi di tensione in via Tito Speri, dove è stato da poco assegnato un alloggio alla famiglia di etnia sinti guidata dal capofamiglia Bruno Cari.
Sul posto sono intervenuti polizia locale e due pattuglie dei carabinieri per le tensioni che avrebbe causato questa famiglia, forse per un caso di ubriachezza molesta, che ha visto andare in frantumi anche vetri della parte condominiale. Il capofamiglia, dopo una discussione animata con la moglie, ha infatti percorso infuriato la tromba delle scale spaccando alcuni vetri.
Terrorizzate le altre famiglie residenti, che si sono barricate in casa chiamando cercando aiuto nelle forze dell'ordine.
Sia il marito che la moglie (che hanno quattro figli) sono stati condotti alla locale caserma dei carabinieri per chiarire da dove sia scaturito il tutto.
Un aspetto che tuttavia è destinato a una verifica anche da parte dei servizi sociali, viste le condizioni in cui si trovava il marito e le reazioni successive.
Sulla vicenda la Lega Nord, da sempre contraria a collocare in questo edificio i nomadi, ha attaccato: «Avevamo denunciato come inaccettabile questo favore – ha detto il consigliere comunale Roberto Campodonico - e le famiglie residenti erano state sconvolte da tale arrivo, per il timore di vicende come questa, che poi si è concretizzata purtroppo. I nomadi vanno gestiti con molta più attenzione».
«Non si faccia politica di un banale errore – ha tagliato corto il sindaco Massimo Vizzardi -. La famiglia Cari, come quella ospitata in via Ospedale Vecchio, sta collaborando al meglio a progetti di integrazione e scolarizzazione. Il Comune ha speso sinora 3000 euro per favorire tale integrazione, la precedente Giunta invece ha speso somme enormemente superiori senza concludere alcunché ».

 

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