L'economia parallela all'edilizia che in tempi di crisi dà lavoro e attira visitatori. A Castelcovati, comunità con circa 1500 disoccupati, la Sagra dei canunsèi de Sant'Antone è diventata parte integrante del Pil locale, coinvolgendo centinaia di operatori e attirando migliaia di visitatori.
A fine dicembre i ristoratori locali scalderanno i motori, proponendo il succulento primo piatto, che alcuni anni fa ha ottenuto la denominazione comunale dal Consiglio comunale.
Quindi, a gennaio, via alla festa, in oratorio, che sarà inaugurata il 10 e proseguirà fino al 21 gennaio, portando sulla tavola 12 quintali, e anche più, del prelibato primo piatto, tra pranzi e cene.
Un piatto che è traino, dicevamo, per l'economia locale, anzitutto perché dà lavoro a una decina di donne, ma soprattutto attira in pochi giorni quasi diecimila visitatori. A questa ricetta è arrivata nei giorni scorsi anche il riconoscimento della scuola di alta gastronomia Cast Alimenti.
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Il paese di Castelcovati si è fermato ieri mattina per almeno tre ore, nel tentativo di salutare per l'ultima volta il 16enne Alberto Nodari e di consolarne la famiglia. Alberto è morto in moto, sabato, verso le 17, facendo tutto da solo. Ha finito per sbattere con il suo sogno, una Ktm 125, contro l'asfalto e i muri di cinta di alcune abitazioni, in via Tagliata, a Chiari.
Dalle 9 a mezzogiorno inoltrato la comunità si è stretta intorno al fratello Mirco, ai genitori Norberto e Angela Barboglio, con una presenza impressionante. La chiesa di S. Antonio era infatti piena oltre l'immaginabile. Fuori alcuni lenzuoli raccontano il dolore degli amici: «Una volta che potevi tardare per davvero, te ne sei andato troppo presto».
Quando un figlio o un familiare non c'è più arriva un dolore immenso che non riesci a governare. Possono trascorrere settimane, persino mesi, ma poi l'essere umano ha due strade: perdere l'equilibrio o ricostruirlo. Il secondo lunedì di ogni mese, alla sera, l'Associazione Familiari e Vittime della Strada si ritrova all'istituto Tartaglia di Brescia. Qui c'è il consultorio che aiuta a ricostruire quell'equilibrio che va in frantumi dopo la morte in strada di una persona cara. Basta contattare il 338.4221449 ed è possibile raggiungere la struttura e partecipare agli incontri aperti per dare un senso al dolore.
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Quando l'elicottero si alza, il rumore delle pale non riesce a vincere la potenza drammatica del silenzio. Il vortice di emozioni scuote centinaia di presenti. Mentre l'eliambulanza si alza, il medico rianimatore può guardare sotto di sé la forma e il colore del dolore, quella di una vita giovanissima in mezzo alla strada, nascosta da un lenzuolo verde. La causa è cinquanta metri più avanti: si chiama moto e a dire che sia la causa sono le statistiche, le forze dell'ordine che insegnano nelle scuole e i professionisti del dolore, ossia i genitori che hanno perso figli in sella a un moto.
Alberto Nodari, 16 anni, di Castelcovati, è sotto quel lenzuolo... Rientrava da Chiari in sella alla sua Ktm, una moto con cui non scherzi, una moto che ti tradisce appena «sfrizioni», appena ti permetti una distrazione.
Venticinque anni non parevano un obbiettivo possibile.
Soprattutto quando, a inizio Duemila, l'Associazione barcollò per il rischio che non vi fossero volontari, tra le centinaia di iscritti, disposti a guidare il gruppo, sostituendo i più anziani.
Tale traguardo verrà celebrato il 23 aprile con il pranzo sociale al Pio Nono, mentre il 27 sarà organizzata una gita sociale a Grazzano Visconti (Piacenza).
E così l'Associazione Pensionati di Castelcovati quest'anno è riuscita a tagliare il prezioso traguardo dei cinque lustri.
Lo ha fatto dando alle stampe un volume che ricostruisce questi anni, dalla fondazione, merito della maestra Gentile Mambretti, ai giorni nostri.
Fu proprio l'insegnante, arrivata alla pensione, a mettere mano al progetto nel 1989.
Non si rassegna all'idea che gli anziani, concluso il lavoro, si ritrovino senza più interessi e privi di prospettive.
Emergenza rifiuti senza fine anche a Castelcovati, Comune tuttavia virtuoso nell’attuazione del progetto di raccolta, perché ha trasformato la polizia locale in segugi a prova di incivili.
E così nei giorni scorsi il comando, a poche ore dal ritrovamento di diversi sacchi abbandonati sul territorio comunale, ha scovato l’ennesimo furbetto dei rifiuti. In una stradina di campagna, con direzione Comezzano-Cizzago, sono stati rinvenuti numerosi sacchi contenenti materiale elettrico di computer, lavatrici, televisori, nonché due sacchi pieni di confezioni ancora integre di pasta (dagli accertamenti si è poi saputo che era stata donata dalla Caritas di Rudiano).
L’indagine ha condotto al proprietario di un negozio di Rudiano che li aveva affidati per lo smaltimento, non ad una ditta specializzata, ma ad un cittadino di origine marocchine che ha pensato bene di spargerli e abbandonarli in campagna.
E alla fine i Festa sono arrivati, hanno festeggiato (il cognome impone), bevuto e mangiato.
Nei giorni scorsi a Castelcovati è andato in scena il tanto atteso appuntamento con tutti i Festa del paese, nonché con quelli emigrati in altri Comuni.
E' accaduto in occasione della «Sagra dei canunsèi de Sant'Antone».
Dapprima l'incontro in piazza Martiri della Libertà, dove le famiglie sono state accolte dal sindaco Camilla Gritti, che ha accolto di buon grado l'iniziativa di Samuele Pedergnani, appassionato di storia locale che ha ideato il raduno.
In tutto poco meno di 150 Festa che si sono ritrovati alla tensostruttura del centro giovanile Don Bosco per gustare il primo piatto locale (i «canunsèi») dopo un aperitivo in piazza.
Soddisfatto il sindaco Camilla Gritti che ha ringraziato il ricercatore Pedergnani, che ha intrattenuto i Festa con alcune nozioni d'archivio.
«I Festa – spiega – risalgono al Quattrocento.
Si è spento con la fine dell'anno il re dei trebbiatori. A 70 anni Luciano Metelli, di Castelcovati, ha consegnato il 2017 ai suoi figli, Anacleto e Roberto, lasciando loro oltre cinquant'anni di esperienza e di sacrifici compiuti come terzista nell'agricoltura di tutta la Bassa bresciana.
La malattia lo ha portato via in un soffio il 31 dicembre. I funerali si sono svolti oggi 3 gennaio in parrocchiale a Castelcovati, dopo un fiume di partecipazioni che ha radunato nella Cascina Maglio centinaia di agricoltori, allevatori, amici e parenti. A piangerlo è anche la moglie Franca Guerrini che gli è stata a fianco una vita.
Da sempre la sua passione per la terra e per la tradizione si esprimeva nella disponibilità a concedere antiche macchine da trebbia e sgranatura a eventi popolari. Immancabile ad esempio la sua presenza alla sagra del Quarantì di Roccafranca, dove incantava con autentici capolavori vecchi anche di un secolo.
Musicista precoce e provetto a Castelcovati. Matteo Antonini, classe 2006, si è infatti affermato al dodicesimo concorso musicale Arisi all'istituto Foscolo di Vescovato (Cremona). Ha ottenuto un brillante secondo posto, con 92 voti su 100. Un risultato per certi versi incredibile, visto che il ragazzo, che il prossimo anno sarà in quinta elementare, ha iniziato a studiare il trombone soltanto nel novembre del 2015, quando si avvia al solfeggio. Merito suo ma anche del maestro Domenico Brancati, di Roccafranca che si è detto «sbalordito dalle capacità di apprendimento del ragazzo».
Che la tavola possa avvicinare alla devozione lo dicono i numeri: tra il tavolo e l'altare, a Castelcovati, il passo è breve, mentre è enorme la distanza calorica tra una comunione sacra e quella comunione profana che invece accomuna le migliaia di visitatori che hanno consumato «canunsèi» in queste due settimane in onore del patrono S. Antonio.
Si conferma da record la rassegna «I Canunsèi de Sant'Antone», che ieri ha staccato l'ultimo ticket da un calendario ricco di appuntamenti.
Il sindaco Camilla Gritti, ideatore dell'evento giunto all'ottava edizione, ieri pomeriggio era come di consuetudine tra il bancone della cucina e la sala, a servire il prelibato primo piatto degno di «Denominazione comunale», che ha fatto registrare vendite da record. «Siamo in linea con gli altri anni – spiega il primo cittadini – abbondantemente sopra i 10 quintali di canunsèi. Se consideriamo che il palatenda dell'oratorio tiene 400 posti i conti sono presto fatti».