Non abbiamo mai messo di cambiare. La carne sulla nostra tavola era una rarità fino a 50 anni fa. Poi è diventato un piccolo lusso, quindi una cosa comune, quindi un abuso. Ho sempre in tasca pronta ad esplodere la sindrome di Stendhal: bastano una foto o una tela di vita familiare di secoli fa per essere travolto dalle sensazioni sconvolgenti che dà il capire quanto è incomprensibile fino in fondo ogni epoca. E così sarà a chi guarderà noi tra cento anni...
Pensate solo al profumo di stalla (sì profumo) che sentivamo da bambini, il profumo (sì profumo) dei nostri genitori sudati dopo la vita nei campi, i loro vestiti, la pagliuzza sulle camicie di lana a quadrettoni, i mutandoni lunghi...
(IMMAGINI)
E' straziante, commuovente e fantastico al tempo stesso: siamo un treno e mentre ce ne accorgiamo certi vagoni sono ormai in fondo quasi invisibili...
Con l'interpretazione di Alstair Sim, il canto di Natale di Dickens
Buon Natale dalla nostra redazione con un rarissimo prodotto di animazione del 1971: un capolavoro inglese con interpretere principale il grande caratteriste Alastair Sim. E' in lingua inglese ma facilmente comprensibile a tutti, tanto è geniale e intuitiva la sceneggiatura.
E' il nostro modo per augurarvi buon Natale
Se ci sono post o blog su internet che apprezzo sono i post di vacanza, di viaggio in tutti i sensi, anche quelli più banali, compiaciuti. Fosse pure l'orto appena fatto come la biciclettata fuori casa o il libro appena letto. Il perché è nella felicità che c'è in ciò che raccontiamo. Finiremo per scoprire che l'intera vita è una vacanza se tutti riusciremo a ricavarci uno spazio di ricerca. Guai a esagerare con i post al punto da non vedere nostro figlio che attraversa pericolosamente una strada, ma guai a definire e giudicare chi racconta.
Internet ha donato l'immensa possibilità di centuplicare, milliplicare le nostre conoscenze e in questo dato di fatto (che pure annovera mille cavolate da parte di milioni di utenti, me compreso) sarà la spiegazione di come mai potremo crescere in modo esponenziale nei prossimi anni: nella medicina, nei viaggi, nella cultura dei luoghi, nelle relazioni.
Agosto, sole, sdraio, vacanze, lettura. Io partivo con il fondo della valigia tappezzato di libri, gialli, thriller, biografie, classici e boiate varie. Ora possiedo un Kindle e posso caricarci sopra l’impossibile. Continuo ad amare la carta, le copertine (soprattutto quelle inglesi), ad annusare i libri prima di comprarli, a detestare le orecchie per tenere il segno e a collezionare cartoline dei musei da usarsi come segnalibri, ma la leggerezza e la praticità del supporto per lettura elettronica, altrimenti detto e-reader, pota…
La scelta e la recensione del libro per il mese d’agosto è un augurio sia a coloro che si apprestano a partire sia a chi resta a casa a ridipingere la cancellata o a dedicarsi a qualsiasi altro lavoretto fai-da-te che finirà sicuramente con l’applicazione indiscriminata di cerotti.
A volte mi chiedo se sia possibile farcela...
Scrivo in vacanza queste righe. E vacanza sa di libertà... totale.
Non ce ne sono di storie...
Essere in vacanza significa poter pensare in questo mondo che abbiamo tanto abbruttito. Ci siamo creati la sconfitta del dover avere una vacanza.
Io non stacco mai per deformazione, ma anche per necessità, e sogno il giorno in cui, senza pensione, potrò quanto meno godermi un dondolo e riprendere i miei libri.
A voi questa storia farà sorridere, a me no. O meglio, sorrido anch'io, ma la prendo sul serio. E' una storia lunga i 41 anni della mia vita: l'ho scelta, per carità!
Addio Duca Bianco... Ricordo tutto del giorno in cui ti ho amato dal vivo: Stadio Rigamonti, 8 luglio 1997... Avevo un paio di jeans e una maglietta verde militare, con una collana «marocca» a cui era appeso un pendaglio di ceramica con effigiata una foglia di «maria», io che nemmeno sapevo cos'era fumare una sigaretta.
Quel pendaglio era il retaggio di un viaggio magnifico fatto un anno prima a Barcellona, perché magnifici erano gli amici che lo vissero con me. Indimenticabile, irripetibile, come la giovinezza che tutto adorna di luce e gloria nella nostra sensazione di ragazzi che, immodesti come la gioventù, pretendevamo di tutto cogliere e di tutto godere. E in parte ci abbiamo colto e goduto assai, se a 22 anni abbiamo scelto di andare in cerca di chi era, in primis, un idolo di genitori e zii.
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Prima di ogni altro nella nostra Provincia, se si escludono bollettini di Comune o Parrocchia, pure ragguardevoli nel loro cimento eppure lontani, anzi lontanissimi, da un cimento, il nostro, che non prevede di vivere di abbonamenti o acquisti.
Il nostro gruppo è debuttato così, da un cimento che ha visto Marino Manuelli anima prima e anima piena, nel lanciare e nel prevedere il successo di questi mensili a distribuzione massiccia e gratuita.
Si partì in grande, perché già nel 1995 i nostri giornali uscirono in bicromia, ossia con l'impiego del colore rosso, a virare immagini, testate, vignette. In tre anni i giornali arrivarono a tre, con Il Giornale di Chiari che trovò fratelli prima quello di Palazzolo e poi quello di Rovato. Al quarto anno nacque Il Giornale di Iseo e del Sebino.
Con il deficit pubblico galoppante causato dalla cattiva e sconsiderata gestione amministrativa dei vari governi succedutasi dall’inizio del periodo famoso del Boom economico, e sulle ali dell’entusiasmo del benessere ballerino e scapestrato, dove chi veramente lavorava, risparmiava, mentre chi ci amministrava, convinti che il bengodi non finisse mai, dava fondo ad assurde spese per accaparrarsi consensi elettorali e creando una folta schiera di furbastri approfittatori e parassiti cronici laddove vigeva la cultura radicata nella storia dove il far fesso con furbizia, è un principio indiscusso, in combutta a quel costume mafioso esportato in tutto il mondo, un “ made in Italy” del quale vergognosamente sono gli artefici i malviventi e dove gli onesti hanno dovuto soccombere e subire l’odioso malcostume.
Esistono miliardi di cause e di motivi per essere depressi. Ma esistono ancora più cause per essere colpiti dalla depressione (la differenza è sottile ma immensa) o da un disagio mentale (il termine malattia è ancora oggi non adeguato per la cultura che si ha della malattia). Nella mia vita ho affrontato piccoli calvari e momenti di enorme difficoltà ma non ho mai avuto la sensazione di non potercela fare, perché fino in fondo la spina dorsale emanava, giocando col mio cervello, una semplice "puntita" espressione di sorpresa: "Sono curioso di capire". E' stato solo un gran culo.
Un grande servizio a cura dell'italiano Davide Scalenghe
Mentre il Campionato del Mondo si avvicina alla finalissima, vi proponiamo questo servizio decisamente realistico e talentuoso del freelance italiano Davide Scalenghe.
Roba fina. Buona visione