Il 27 maggio 2020 ricorre una data molto importante per la storia di Castelcovati e della sua popolazione: l’ottocentesimo anniversario della affrancazione del paese dal Comune di Brescia. Non si tratta di un atto di nascita e neppure della data della sua fondazione, visto che già intorno all’anno mille, secondo quanto riportato nelle scritture custodite nel monastero di Rodengo, esisteva un agglomerato abitato che era denominato Villa e che era stato edificato nella campagna di Santa Maria, confinante con Dunello (l’antico Comezzano).
La mascherina dove la metto? Nel dramma del Coronavirus a Chiari c'è il surreale della destinazione di un rifiuto usa e getta come la mascherina chirurgica. A sollevare la problematica è stata la minoranza con i consiglieri Davide Piantoni e Roberto Campodonico: «Troviamo decine di mascherine abbandonate per la strada e altre che finiscono nell'indifferenziato dei rifiuti di casa. Non lo troviamo giusto. Per noi è un rifiuti speciale e come tale va trattato. Tant'è che in ospedale hanno contenitori appositi le mascherine scartate dai sanitari».
Sulla vicenda l'assessore Domenico Codoni, che segue i rapporti con la municipalizzata Chiari Servizi si è detto contrario: «È un rifiuto indifferenziato come il pannolino e come tale va trattato. Ci sembra eccessiva la presa di posizione della minoranza che ci ha chiesto quantomeno di identificare il rifiuto come sanitario se non speciale».
Un bestione che farà bene all'ambiente e ridurrà le emissioni. E' il nuovo mezzo di spazzamento acquistato dalla società Chiari Servizi ed entrato in funzione nei giorni scorsi. Si tratta di una Dulevo 6000 per il quale la municipalizzata ha investito una somma decisamente importante: 170 mila euro per poter ridurre l'impatto della sua operatività sull'ambiente. Infatti, oltre a un motore a basse emissioni, questo bestione consentirà (con certificazione dell'azienda) una riduzione delle polveri sottili del 100% rispetto alle normali spazzatrici e con un risparmio idrico pari fino al 60%.
Che queste prime settimane del 2020, per ovvie ragioni, siano state di “vita sospesa” lo mostrano le tante consuetudini che ora pian piano stiamo iniziando a ritrovare. Tra di esse anche la celebrazione di un matrimonio.
Sabato 23 maggio a Roccafranca il sindaco Marco Franzelli ha unito in matrimonio Marco Tomasoni e Ramona Pastore. Si tratta del primo matrimonio civile celebrato in paese in epoca Covid e il primo in questo 2020, oltre che il primo che viene ospitato dalla nuova sala consiliare che è stata ricavata con la ristrutturazione dell’ex asilo.
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I soldi sul conto? Insufficienti per pagare alcuni secchi di pittura o qualche prodotto di cancelleria. Figuriamoci per liquidare lo stipendio alle insegnanti della scuola materna Paolo VI, seconde mamme di decine di bambini a Roccafranca.
È la grave situazione in cui versa la storica scuola paritaria del paese, frutto di donazioni e sforzi decennali e oggi alla canna del gas. Il motivo? L'epidemia da Coronavirus c'entra ma non è l'unico colpevole, come spiega la presidente Mina Lorenzi: «Tante materne paritarie sono in crisi per via della mancanza delle rette, ma a Roccafranca attendiamo ancora il contributo statale di circa 25 mila euro che ci dovrebbe arrivare ogni anno a gennaio».
In realtà questo ritardo, negli anni, è diventato accademico, purtroppo, visto che non è la prima volta che si registra, ma in un anno così, quella mancanza si è trasformata in un pugno nello stomaco.
Caro Direttore,
la lettura della lettera di Luciano Onger da Castelcovati apparsa nel numero di maggio mi ha spinto ad alcune riflessioni. Quando sento i messaggi di Sergio Mattarella "coetaneo e apparentemente fisicamente gemello", mi viene spontaneo un confronto tra la nostra generazione e l'attuale, con la conclusione che, allora come oggi, siano fondamentali per la società un'intelligenza coniugata a coerenza, competenza ed onestà intellettuale.
Io sono Zaniboni Pier Attilio, ho 51 anni e vivo a Pumenengo (BG).
Sono geometra per una impresa edile di Romano di Lombardia.
I primi sintomi li ho avuti venerdì 21 febbraio quando sono tornato a casa la sera dal lavoro.
Mi sentivo stanco, ho misurato la febbre (38), ho preso un paio di aspirine e sono andato a letto.
Mio padre invece, che abita nella stessa corte di fronte a me, aveva la febbre da mercoledì e la stava curando con tachipirina. La mia famiglia? Io, mia moglie Eleonora, due gemelle di 14 anni e una bimba di 8. Entrambi lavoriamo, anche perché abbiamo da pagare il mutuo sulla casa, il finanziamento della macchina e infine il finanziamento degli apparecchi ortodentali delle due gemelle.
Da alcuni giorni è in funzione all’ospedale di Chiari il nuovo respiratore polmonare donato dai Leo del distretto 108 Ib2, che lo hanno acquistato grazie all’aiuto del progetto 283 del Leo Club Brescia Host e del contributo del Leo Club Mantova Host.
I Leo (leadership, experience, opportunity) sono l’associazione giovanile del Lions Club International e raggruppano ragazzi tra i 12 e i 30 anni, che dedicano il proprio tempo libero all’attività di servizio per la comunità. Le attività di servizio svolte sono divise nelle aree Lcif, area bambini e giovani, area vista, area ambiente, area fame, area internazionale, area sport.
In questo periodo particolarmente difficile che ci ha posto di fronte ad una situazione di una gravità inimmaginabile fino a poche settimane fa, i Lions ed i Leo del nostro territorio hanno voluto dare il loro contributo attraverso un atto di attenzione e sensibilità verso chi sta lottando contro il Covid-19.
Non è stato un Primo Maggio come gli altri, non poteva essere altrimenti. L’impossibilità di uscire di casa ha costretto alla cancellazione di tutte le manifestazioni che erano state organizzate per festeggiare la giornata dei Lavoratori. A Rudiano il Comitato Primo Maggio, già ad inizio marzo, aveva comunicato la decisione di annullare la tradizionale rievocazione storica “Arti e Mestieri de 'na olta”, ormai un appuntamento fisso per tutti i rudianesi nella giornata dei Lavoratori.
La cancellazione della rievocazione non ha però abbattuto i membri del Comitato, che hanno deciso di festeggiare comunque il Primo Maggio in maniera iconica: lungo il corso Aldo Moro, grazie alla collaborazione dell’Assessorato alla Cultura, di Lodovico Paneroni e dei commercianti della via, il Municipio e le vetrine sono state allestite a tema con grandi poster che riportano gli scatti dei “Primo Maggio” degli anni scorsi.
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Il presidente del consiglio Conte ha illustrato la “fase due” e ognuno ha da recriminare e da lamentarsi e reputa di essere stato penalizzato dalle decisioni del governo. A torto o a ragione non lo sappiamo: sicuramente la scuola è stata dimenticata.
I criteri economici che guidano la “riapertura” non contemplano la scuola. I bambini (come gli anziani) non sono una categoria produttiva e quindi lasciamoli perdere.