Nella primavera 2021 l’Università degli Studi di Milano e l’Arma dei Carabinieri hanno sottoscritto un protocollo di collaborazione per l’impiego di cani del Centro Cinofili Carabinieri di Firenze nell’individuazione di soggetti affetti da Covid-19.
La fase esecutiva del progetto è stata affidata alla Direzione dell’U.O.C. Microbiologia, Virologia Clinica e Diagnostica delle Bioemergenze, nella persona del Direttore, la Professoressa Maria Rita Gismondo e al Comando Interregionale Carabinieri “Pastrengo”.
Nelle fasi addestrative sono stati impiegati due pastori tedeschi: Max e Berla.
Inizialmente, le unità cinofile hanno operato su campioni di garze impregnate di sudore, prelevato a persone affette da Covid-19 e a soggetti già risultati negativi al tampone molecolare. Contando sulle capacità olfattive dei cani addestrati nel distinguere gli odori, Max e Berla sono stati indotti a fiutare i pazienti infetti.
Lo scorso 29 ottobre, all’interno della Caserma “Ugolini” di Via della Moscova, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Milano, Generale Iacopo Mannucci Benincasa, e il Direttore Generale dell’Agenzia Regionale Emergenza e Urgenza, il dottor Alberto Zoli, hanno sottoscritto una convenzione finalizzata a garantire un concreto contributo dell’Arma dei Carabinieri alle attività di trasporto organi in favore degli ospedali della Lombardia e del Nord Italia.
Sulla scorta della proficua collaborazione già fornita in passato, le attività di trasporto verranno nuovamente assicurate dai Carabinieri di Milano attraverso l’impiego dell’autovettura ad alte prestazioni Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde, in dotazione al Nucleo Radiomobile di Milano, che sarà condotta da due militari del reparto che sono stati abilitati alla guida all’esito della frequentazione di un corso organizzato da FCA presso il Centro Internazionale Guida Sicura di Varano de’ Melegari (PR).
Nei giorni scorsi i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Desenzano del Garda, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Brescia Carlo Pappalardo, hanno arrestato un uomo di nazionalità albanese che spacciava cocaina in pieno centro nella località costiera.
L’uomo soggiornava in Italia con visto turistico, ospite di alcuni parenti, apparentemente per godersi la bellezza del Lago di Garda. Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica di Brescia, nate dalle frammentarie informazioni fornite dai familiari di un consumatore, hanno permesso di ricostruire una rete composta da numerosi contatti in relazione alle cessioni di cocaina, che avvenivano al prezzo di circa cinquanta euro al pezzo.
Di fatto è stato introdotto l'obbligo di vaccini per gli adolescenti. Vogliono viaggiare o andare a teatro? Devono vaccinarsi.
Una tortura di Stato a cui non possiamo cedere, come non possiamo cedere al fatto che vengano torturati i guariti che hanno già difese in "memoria" dei linfociti T, teoricamente persino a vita. Teoricamente è un avverbio, ma a vita è un complemento di tempo che compensa ampiamente la teoria, perché se anche fosse per 5 o 10 anni, andrebbe tassativamente evitata la vaccinazione in queste persone, proprio perché anche i casi rari di reinfezione sono risultati senza conseguenze.
Sarebbe stato sufficiente prendere una fascia di guariti tra i 30 e i 50 anni senza patologie, ossia non proprio super immuni come ragazzini e bambini, ma neanche fragili come certe fasce over.
E stare a guardare, pur consentendo il vaccino se volontario.
Più che i morti nella provincia di Brescia, fa paura un dato statistico mancante in assoluto: l'assenza di indicazioni di quanti siano i ricoverati tra i vaccinati completi, quanti tra i vaccinati con una chiamata e quanti tra i guariti (quindi i casi di reinfezione con ricovero o decesso).
A inizio estate uno studio avviato proprio in Lombardia evidenziava rischi di reinfezione enormemente più bassi che con il vaccino (vedi foto tratta da Adnkronos), ovvero dello 0,07%, e con esiti per nulla preoccupanti nei pochissimi rinfettati, alcuni dei quali peraltro sanitari e quindi sottoposti anche al rischio di cariche virali più alte.
Capolavoro alle Olimpiadi dopo i 100 oro di Jacobs
Siamo i figli del vento.
Una lezione al mondo ma in primis al nostro vergognoso gruppo di razzistelli che ha distrutto per anni un paese.
Da questa Italia può nascere solo altra immensità!
Patta, Jacobs, Desalu, Tortu hanno realizzato un capolavoro.
Matteo Chiesa si è spento l’estate di due anni fa, vittima di un male incurabile. Da allora la sua famiglia e i suoi amici, attraverso l’associazione Matteo Chiesa, hanno dato vita ad una serie di iniziative per ricordarlo: dalla pubblicazione del libro “Tutto torna: ho ancora tanto da dire”, che raccoglie episodi, pensieri, fotografie, ricordi, stati d’animo di Matteo e di chi lo ha conosciuto nei sui 21 anni di vita, al sostegno al progetto di costruire in Bolivia la “Casa di Matteo”, una casa di accoglienza che permetterà di offrire un tetto e un ambiente familiare a tante famiglie che lottano ogni giorno per la vita dei propri figli.
Si è concluso lo scorso 20 aprile, con lo smontaggio del ponteggio, il restauro conservativo che ha interessato la “Fuga in Egitto”, l’opera pittorica muraria realizzata nel 1983 da Renato Guttuso e che è situata al di fuori della Terza Cappella del viale del Sacro Monte di Varese. L’intervento, iniziato nel novembre 2020 e reso necessario a causa della continua esposizione agli agenti atmosferici, è stato diretto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese guidata dall’architetto Giuseppe Stolfi.
Triste primato per Brescia e Bergamo: sono le due città europee in cui si registra il più alto tasso di mortalità legato alla presenza di polveri sottili (PM2.5) nell’aria. Lo riferisce uno studio finanziato dal ministero per l’innovazione spagnolo e dal Global Health Institute che è stato pubblicato su The Lancet Planetary Health. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero e ha analizzato la mortalità in Europa legata alla presenza di particolato fine (PM2.5) e biossido di azoto (NO2), considerando anche il numero delle vite che verrebbero risparmiate se si riducessero i livelli dei due inquinanti come raccomandato dall’Oms.
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